“«Ognuno deve dipingere la sua parte. Quello che ha visto. Quello che vede.» «Prima di morire?» «Certo. Prima di morire. Nessuno dovrebbe andarsene senza lasciarsi alle spalle una Troia che brucia.»”
“Quello era l’esatto contrario dell’arte, pensava Faulques. L’armonia di linee e di forme non aveva altro oggetto che arrivare alle chiavi intime del problema. Niente a che vedere con l’estetica, né tanto meno con l’etica che altri fotografi usavano – o dicevano di usare – come filtro dei loro obiettivi e del loro lavoro. Per lui tutto si era ridotto a muoversi nell’affascinante reticolo del problema della vita e i suoi danni collaterali. Le sue fotografie erano come gli scacchi: dove altri vedevano lotta, dolore, bellezza o armonia, Faulques osservava solo combinazioni di enigmi. Lo stesso valeva per il grande dipinto a cui lavorava adesso. Quanto cercava di risolvere su quella parete circolare era agli antipodi da ciò che la maggior parte delle persone chiamava arte. O forse accadeva che, una volta lasciato dietro di sé un certo punto ambiguo e senza ritorno dove, ormai prive di passione, languivano etica ed estetica, l’arte si trasformava – e forse le parole adeguate erano di nuovo – in una formula fredda e in qualche modo efficace. Uno strumento impassibile per contemplare la vita.”
“E' una di quelle notti in cui sei a bordo da cinque giorni egoisti che sembrano venti e tutto ciò che riguarda la terra sembra così lontano che non te ne frega un cazzo; e ti rendi conto che da un secolo non ascolti chiacchiere radiofoniche, non leggi un giornale, non guardi la tele, non ti parlano di politica nè di corruzione, non ti dicono sa com'è, e la vita continua il suo corso e non succede assolutamente nulla e ti domandi cosa si può fare, dove diavolo ha sbagliato l'Umanità.”
“«L’uomo crea eufemismi e cortine di fumo per negare le leggi naturali. E anche per negare l’infame condizione che gli è propria. E ogni risveglio gli costa i duecento morti di un aereo che si schianta, i duecentomila di uno tsunami o il milione di una guerra civile…»”
“Lui e la sua barca hanno visto di tutto: il mare veramente brutto, quando Dio s'incazza, e quei lunghi, rossi tramonti mediterranei in cui l'acqua è uno specchio e la pace del mondo è la tua pace, e ti rendi conto di essere una goccia in un mare eterno.”
“Bien mirado, el mundo ha dejado de pensar en la muerte. Creer que no vamos a morir nos hace débiles, y peores.”
“Il poeta annuì gravemente, guardò altrove e non disse altro. Come lui stesso aveva sostenuto più volte, l’amicizia si nutre di giri di bevute, stoccate spalla contro spalla e silenzi opportuni.”