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Tullio Avoledo

Nato a Valvasone, in Friuli, il 1º giugno 1957. Laureatosi in giurisprudenza, dopo aver fatto diversi mestieri, fra cui il copywriter e il giornalista, lavora presso una banca di Pordenone.

Con il suo romanzo d'esordio, L'elenco telefonico di Atlantide (gennaio 2003) pubblicato da Sironi, ha ottenuto un lusinghiero successo di critica e di pubblico e vinto il premio «Forte Village Montblanc - scrittore emergente dell'anno».

Nel novembre 2003 viene pubblicato il suo secondo titolo, Mare di Bering (Sironi) e nel 2005 i due romanzi Lo stato dell'unione (Sironi) e Tre sono le cose misteriose (Einaudi), Premio Super Grinzane Cavour 2006 e finalista, nello stesso anno, al Premio Stresa. Nel marzo del 2007 è stato pubblicato il suo quinto romanzo: Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi), Premio Letterario Castiglioncello-Costa degli Etruschi[2] e Premio "Latisana per il Nord-Est".[3] Suoi racconti appaiono in antologie pubblicate da Guanda e da Mondadori. Per Guanda, ne I delitti in provincia appare il racconto La traccia del serpente sulla roccia.

Il suo sesto romanzo, La ragazza di Vajont, è uscito per Einaudi nel giugno del 2008. È la storia di un amore impossibile, sullo sfondo apocalittico di un Nord-Est "parallelo" tormentato da una guerra civile e dai fantasmi della pulizia etnica. A settembre 2008 è stato pubblicato nella collana "VerdeNero" delle edizioni Ambiente il romanzo breve L'ultimo giorno felice (Premio "Tracce di Territorio", Pavia), che narra la crisi esistenziale di un architetto cinquantenne coinvolto nella ecomafia delle discariche friulane.

Il 10 novembre 2009 è uscito per Einaudi il romanzo L'anno dei dodici inverni, storia d'amore e di viaggi nel tempo, finalista al Premio Stresa e vincitore del Premio dei Lettori di Lucca 2010.

Il 31 maggio 2011 è uscito per Einaudi Stile Libero il romanzo Un buon posto per morire, un "romanzo storico sulla fine del mondo" scritto a quattro mani con Davide "Boosta" Dileo, tastierista del gruppo Subsonica.

Avoledo ha aderito con entusiasmo al progetto internazionale "Metro 2033 Universe" di Dmitry Glukhovski scrivendo il romanzo Le radici del cielo, in uscita a metà novembre 2011 per l'editore Multiplayer.it, e che a febbraio verrà pubblicato anche in Russia. Le radici del cielo, ambientato nell'universo postatomico descritto da Glukhovski nei due romanzi Metro 2033 e Metro 2034 è un'avventurosa cerca alla Tolkien, ma anche una profonda riflessione su temi come lo scontro tra il Bene e il Male e la possibilità che la fede in Dio possa sopravvivere all'olocausto nucleare.


“Когда-то верить было необходимостью. Сейчас это роскошь. Что-то, что позволить себе могут далеко не все.”
Tullio Avoledo
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“Homo homini lupus… Но волки, настоящие волки, были бы оскорблены таким сравнением.”
Tullio Avoledo
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“Il fatto che la terra fosse rotonda, e non piatta come loro credevano, non impedì ai Fenici di circumnavigare l'Africa. Anche se il loro modello atomico era sbagliato, è pur sempre a Enrico Fermi e Niels Bohr che si deve il successo nella costruzione della bomba atomica. Quello che conta è che la base operativa funzioni.”
Tullio Avoledo
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“Aprile è il più crudele dei mesi, ma anche febbraio non scherza, se deve prenderti a calci sul muso.”
Tullio Avoledo
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“Imboscato tra le circolari c'è un comunicato sindacale spedito in busta chiusa, come le riviste pornografiche di una volta.Il comunicato informa sugli ultimi risvolti della fusione. Il tono del volantino è talmente filoaziendale che Giulio va a controllare la sigla in fondo al foglio.No, non è della direzione: è proprio del sindacato. Giulio si è chiesto spesso se l'Alzheimer colpisca anche le associazioni, oltre che gli esseri umani. Questo che ha sotto gli occhi è un evidente caso di Alzheimer sindacale.Del resto, all'ultima assemblea dei soci, il rappresentante del principale sindacato aziendale era stato il più entusiasta sostenitore delle magnifiche e progressive sorti della fusione. Dopo quell'assemblea Giulio si era pubblicamente congratulato con lui per l'intervento, ma poi, in forma rigorosamente anonima, gli aveva fatto pervenire una busta con dentro trenta monetine da 50 lire e un minuscolo cappio fatto con gli elastici dell'ufficio, squisito esempio di artigianato bancario.”
Tullio Avoledo
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