“Morir es tan solo una forma particularmente exacta de envejecer.”

Alessandro Baricco

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“Hemos removido la tierra de una forma tan violenta que hemos vuelto a despertar la crueldad de los niños”


“Es una especie de misterio, pero hay que intentear entenderlo, sirviéndose de la fantasía, y olvidar lo que se sabe de modo que la imaginación pueda vagabundear en libertad, corriendo lejos por el interios de las cosas hasta ver que el alma no es siempre diamante sino a veces velo de seda-esto puedo entenderlo-imagínate un velo de seda trasparente, cualquier cosa podría rasgarlo, incluso una mirada, y piensa en la mano que lo coge- una mano de mujer- sí- se mueve lentamente y lo aprieta entre los dedos, pero apretarlo es ya demasiado, lo levanta como si no fuera una mano, sino un golpe de viento, y lo encierra entre los dedos como si no fueran dedos sino...- como si no fueran dedos sino pensamientos. Así es. Esta habitación es esa mano, y mi hija es un velo de seda [...]- Edel, ¿hay algún modo de conseguir hombres que no hagan daño?Eso debe habérselo preguntado Dios también, en su momento.- No lo sé, pero lo intentaré”


“Por mucho que uno se esfuerce en vivir una sola vida, los demás verán dentro de ella otras mil, y ésta es la causa por la cual no logramos evitar hacernos daño.”


“Temo che il senso della vita sia estorcere la felicità a se stessi, tutto il resto è una forma di lusso dell'animo, o di miseria, dipende dai casi.”


“- È uno strano dolore.Piano.- Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.”


“Tutta quella città… non se ne vedeva la fine… /La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? /E il rumore /Su quella maledettissima scaletta… era molto bello, tutto… e io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c’era problema /Col mio cappello blu /Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino /Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino /Primo gradino, secondo /Non è quel che vidi che mi fermò /È quel che non vidi /Puoi capirlo, fratello?, è quel che non vidi… lo cercai ma non c’era, in tutta quella sterminata città c’era tutto tranne /C’era tutto /Ma non c’era una fine. Quel che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo /Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu /Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me /Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi /Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita /Se quella tastiera è infinita, allora /Su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio /Cristo, ma le vedevi le strade? /Anche solo le strade, ce n’era a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una /A scegliere una donna /Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire /Tutto quel mondo /Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce /E quanto ce n’è /Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla… /Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita.Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare.”