“Il mio regno è grande come il mondo, perché non sono né italiano né francese né indiano né americano né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti i costumi, parlo tutte le lingue; [...] Dunque capirete che non essendo di alcun paese, non domandando protezione, non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non un solo scrupolo che arresta i potenti, non un solo ostacolo che paralizza i deboli, può arrestarmi e paralizzarmi. Ho solo due avversari, non dico due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo. Il terzo, ed è il più terribile, sta nella mia condizione di mortale. Ciò solo può fermarmi nella strada che percorro, e prima che abbia conseguito lo scopo a cui miro; tutto il resto l'ho calcolato. Ciò che gli uomini chiamano capricci della fortuna, ossia la rovina, i cambiamenti, le eventualità, li ho previsti tutti, e se qualcuno può colpirmi, nessuno può rovesciarmi. A meno che non muoia, sarò sempre ciò che sono.”

Alexandre Dumas

Explore This Quote Further

Quote by Alexandre Dumas: “Il mio regno è grande come il mondo, perché non … - Image 1

Similar quotes

“mi disse Zufar Khan prima del Sermone della Vestaglia: "non importa che tu sappia tacere o parlare all'occasione, quanto piuttosto ciò che dici stando in silenzio e ciò che non dici parlandone" alché dicevo "ma Venerabile, le mie orecchie sono troppo sorde per ascoltare ciò che dite tacendo e ciò che non dite parlando, dunque è come se voi non parlaste affatto!" e il Venerabile "giovanotto, solo lo stolto crede che l'ascolto sia una conseguenza del mio parlare, colui che sente invece non si preoccupa né di udire, né di parlare, né da dove la mia voce abbia origine”


“[...]Non vi sono né felicità né infelicità assolute in questo mondo, vi è soltanto il paragone tra una condizione e l'altra, ecco tutto. Solo colui che ha provato l'estremo dolore è atto a gustare la più grande felicità.”


“Avete mai provato per qualcuno una di quelle irresistibili simpatie che fanno sì che vedendo una persona per la prima volta, credete di conoscerlo da lungo tempo, e vi domandate dove è quando l'abbiate vista, cosicché, non potendo ricordarvi né il luogo né il tempo finite con il credere che sia stato in un mondo anteriore al nostri, e che questa simpatia sia un ricordo che si risvegli?”


“Tu, tu che non vuoi ch'io mi renda conto della tua posizione, e hai la vanità di mantenere a me la mia; tu che, conservandomi il lusso nel quale vivevo, conservi la distanza morale che ci separa; tu, infine, che non giudichi il mio affetto abbastanza disinteressato per dividere con me quello che possiedi, e basterebbe a vivere insieme felici, mentre preferisci rovinarti, schiavo di un pregiudizio ridicolo. E credi tu davvero ch'io possa paragonare una carrozza e alcuni gioielli col tuo amore? E che il mio bene consista in vanità che accontentano quando non si ha amore per nulla, ma diventano subito meschine quando si ama? Tu pagherai i miei debiti, impegnerai il tuo patrimonio e insomma mi manterrai! Quanto potrà durare tutto ciò? Due o tre mesi, e sarà troppo tardi allora vivere come ti propongo, perché allora tu dovrai accettare tutto da me, ciò che un gentiluomo non può fare. Oggi invece, con i tuoi otto o diecimila franchi di rendita, possiamo vivere. Io venderò il mio superfluo, e da questa sola vendita ricaverò duemila franchi di reddito. Affitteremo un bell'appartamento per tutti e due. L'estate andremo in campagna, non in una casa con questa, ma in una casetta che basti a due persone. Tu sei indipendente, io libera, e siamo giovani: in nome di Dio, Armando, non ricacciarmi nella vita che fui costretta a condurre un giorno.”


“Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere.[...] Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove e indizi.”


“Non puoi vedere quel che vedo io perché vedi quel che vedi. Non puoi sapere quel che so io perché sai quel che sai. Quel che io vedo e so non si può aggiungere a quel che vedi e sai tu, perché le due cose non sono dello stesso tipo. Né quel che che vedo e do io può sostituire quel che vedi e sai tu, perché questo significherebbe sostituire te stesso.”