“Ciò che rende speciale qualcosa non è quel che si vince, ma quel che senti di poter perdere.”
“Quel che rende speciale qualcosa non è quel che si vince, ma quel che senti di poter perdere.”
“Quel che si possiede in se stessi di diverso, è proprio quel che si possiede di rado, quel che attribuisce a ciascuno il suo valore; ed è proprio quello che si cerca di sopprimere. Si imita. E si pretende di amare la vita.”
“Quel che aveva visto, non era l'occhio ingenuo e semplice d'una bimba, ma un abisso misterioso, che s'era socchiuso e poi rinserrato bruscamente. V'è un giorno in cui ogni fanciulla guarda in quel modo. Disgraziato colui che si trova davanti a quello sguardo!Quel primo sguardo di un'anima che non si conosce ancora è come l'alba nel cielo: è il destarsi di qualche cosa di radioso e d'ignoto. Nulla saprebbe rendere il fascino pericoloso di quel bagliore inatteso, che rischiara vagamente ad un tratto tenebre adorabili e si compone di tutta l'innocenza del presente e di tutta la passione dell'avvenire. È una tenerezza indecisa che si rivela chissà perché e aspetta; è un agguato che l'innocenza tende a sua insaputa e nel quale essa prende i cuori, senza volerlo né saperlo; è una vergine, che guarda come una donna.È raro che là dove esso cade non nasca una profonda meditazione da quello sguardo. Tutta la purezza e ogni ardore si concentrano in quel raggio celeste e fatale, che, più delle occhiate meglio studiate delle civette, ha il magico potere di far sbocciare subitamente nel fondo di un'anima quel fiore cupo, pieno di profumi e veleni, che si chiama l'amore.”
“La prima cosa da capire a proposito degli universi paralleli... è che non sono paralleli. È importante rendersi conto che, a rigore, non sono neppure universi, ma è molto più facile cercare di capirlo un po' più tardi, dopo che ci si è resi conto che tutto quello che si è capito fino a quel momento non è vero.”
“Non puoi vedere quel che vedo io perché vedi quel che vedi. Non puoi sapere quel che so io perché sai quel che sai. Quel che io vedo e so non si può aggiungere a quel che vedi e sai tu, perché le due cose non sono dello stesso tipo. Né quel che che vedo e do io può sostituire quel che vedi e sai tu, perché questo significherebbe sostituire te stesso.”