“Ho tanta fede in te. Mi sembrache saprei aspettare la tua vocein silenzio, per secolidi oscurità.Tu sai tutti i segreti,come il sole:potresti far fiorirei gerani e la zàgara selvaggiasul fondo delle cavedi pietra, delle prigionileggendarie.Ho tanta fede in te. Son quietacome l'arabo avvoltonel barracano bianco,che ascolta Dio maturarglil'orzo intorno alla casa.”

Antonia Pozzi

Explore This Quote Further

Quote by Antonia Pozzi: “Ho tanta fede in te. Mi sembrache saprei aspetta… - Image 1

Similar quotes

“La vita sognataChi mi parla non sache io ho vissuto un’altra vita –come chi dicauna fiabao una parabola santa.Perché tu erila purità mia,tu cui un’onda biancadi tristezza cadeva sul voltose ti chiamavo con labbra impure,tu cui lacrime dolcicorrevano nel profondo degli occhise guardavamo in alto –e così ti parevo più bella.O velotu – della mia giovinezza,mia veste chiara,verità svanita –o nodolucente – di tutta una vitache fu sognata – forse –oh, per averti sognata,mia vita cara,benedico i giorni che restano –il ramo morto di tutti i giorni che restano,che servonoper piangere te.”


“GridoNon avere un Dionon avere una tombanon avere nulla di fermoma solo cose vive che sfuggonoessere senza ieriessere senza domanied accecarsi nel nulla- aiuto –per la miseriache non ha fine.”


“Sono nato in un'epoca in cui la maggior parte dei giovani aveva perduto la fede in Dio, per la stessa ragione per la quale i loro padri l'avevano avuto - senya sapere perché. (...) Così, non sapendo credere in Dio, e non potendo credere in una somma di animali, sono rimasto, come altri a margine delle genti, in qualla distanza da tutto ciò che comunemente è chiamato Decadenza.”


“In altre parole, io non ci riesco a prendermi le cose che voglio. Mi sembra ridicolo pensare che le cose siano semplicemente lì, e che è colpa tua se non te le prendi. Non ci ho mai creduto alla storia che bastasse allungare la mano. E il fatto che un altro ci riesca non mi convince nemmeno per un attimo che sia vera, e questo è tutto.”


“Prometto che non ti scriverò e che non cercherò di mettermi in contatto con te. Non ti importunerò mai più. A malincuore chiuderò la porta che ti ho aperto con tanta gioia. Ma se per qualche motivo deciderai di tornare da me, devi sapere che in questa fase della mia vita ho bisogno della tua disponibilità più completa e della tua capacità di comprensione più profonda. Ho bisogno che tu fluisca liberamente verso di me, senza alcun ostacolo esterno. Ne ho bisogno come dell'aria che respiro. Se non puoi donarmi tutto questo, non venire. Davvero: non venire. Perché probabilmente mi sono sbagliata sul tuo conto...(David Grossman, Che tu sia per me il coltello)”


“A forza di soffrire per te ho contratto un debito intellettuale nei confronti del tempo che attraverso. Sono un militante del pensiero critico. Mi attirano libri che fino a qualche tempo fa m’innervosivano solo a leggerne il titolo. Sei compatibile con tutto: con il privato, il pubblico, la politica, l’etica, l’estetica, la religione, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, l’informazione, la tecnologia, la pubblicità dei pannolini e persino quella delle macchine. Ogni cosa è compromessa con te. E io sono obbligato a speculare su tutto, perché tutto ti riguarda. Sei ovunque, tranne dove vorrei che fossi. Indovina dove.”