“L’azione della Chiesa cattolica, guardata nella storia, o si attua anch’essa ai fini della civiltà, del sapere, del costume, dell’ordinamento politico e sociale, della vita mondana, del progresso umano, come si vide spiccatamentenella sua grande epoca, quando serbò gran parte del retaggio del mondo antico e difese i diritti della coscienzae della libertà e della vita spirituale contro genti barbariche e contro le prepotenze materialistiche di imperatori edi re; ovvero, perduto quest’ufficio o perduta l’egemonia che in esso esercitava e soverchiata dalla civiltà che essa stessa aveva concorso a generare, si restringe a tutrice di forme invecchiate e morte, d’incultura, d’ignoranza, di superstizione, di oppressione spirituale, e si fa a sua volta, dal più al meno, materialistica. La storia, che è storia della libertà, si comprova più forte di quella sua dottrina o di quel programma, e lo sconfigge e lo sforza a contradirsi nel campo dei fatti. Il Rinascimento, che non fu un’impossibile ripristinazione dell’antichità precristiana, e la Riforma, che del pari non fu quella, non meno impossibile, del cristianesimo primitivo, ma l’uno e l’altra avviamento alla concezione moderna della realtà e della idealità, segnano la decadenza interiore del cattolicesimo in quanto potenza spirituale; e questa decadenza non diè luogo a rigenerazione e non fu arrestata, ma, anzi, resa irrimediabile dalla reazione della Controriforma, quando venne salvato il corpo e non l’anima della vecchia Chiesa, il suo dominio mondano e non quello sugl’intelletti,e si compié opera politica ma non religiosa. La scienza, che col porglisi a fianco sostenitrice e cooperatrice dimostra la superiorità di un determinato ideale morale e politico, disertò la Chiesa cattolica; e tutti gl’ingegni originali e creatori, filosofi, naturalisti, storici, letterati,pubblicisti, passarono o furono costretti a passare o furono accolti ed ebbero seguaci nel campo avverso.”
“Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.”
“L’editore mandò cento copie del volume, per tutto compenso dell’opera: il valore non superava quello dell’olio e del vino rubati in cantina; e il grosso pacco piombò in casa come un bolide sconquassatore. La madre ne fu atterrita, la sera gli girò attorno con la diffidenza spaventata di un cane che vede un animale sconosciuto: per fortuna Cosima ricordò che un suo cugino in terzo grado aveva una bottega di barbiere e spacciava giornali e riviste. Era un intellettuale anche lui, a modo suo, perché mandava la corrispondenza locale al Giornale del capoluogo: e la proposta di Cosima, di spacciare qualche copia del romanzo fu da lui accolta con disinteresse completo. Ma per la scrittrice fu un disastro morale completo: non solo le zie inacidite, e i benpensanti del paese, e le donne che non sapevano leggere ma considerano i romanzi come libri proibiti, tutti si rivoltarono contro la fanciulla: fu un rogo di malignità, di supposizioni scandalose, di profezie libertine: la voce del Battista che, dalla prigione opaca della sua selvaggia castità urlava contro Erodiade era meno inesorabile. Lo stesso Andrea era scontento: non così aveva sognato la gloria della sorella: della sorella che si vedeva minacciata dal pericolo di non trovare marito.”
“Nessuna passione cova più forte in petto all'uomo, del desiderio di far pensare gli altri a modo proprio. Nulla offusca tanto il cielo della sua felicità, nulla lo riempie tanto di furore, quanto il sapere che un altro tiene a vili cose di cui egli fa gran conto. Whigs e Tories, liberali e laburisti, per che cosa lottano - se non per il loro prestigio? Non l'amore della verità, ma la sete di dominio scaglia fazione contro fazione, e fa desiderare a una parrocchia la rovina di un'altra parrocchia. Ognuno pensa a serbare la pancia per i fichi e ad asservirsi l'avversario, piuttosto che al trionfo della verità e all'esaltazione della virtù.”
“Era uno spettacolo straziante vedere quella donna entrare un giorno dopo l'altro nel cortile della prigione per cercare con ansia e fervore, con l'amore e con le suppliche di intenerire il cuore di pietra del figlio. Ma invano perché egli rimaneva cupo, ostinato e impenitente. Non riuscì ad addolcirne per un istante la durezza della espressione nemmeno l'insperata commutazione della pena di morte in quattordici anni di lavori forzati. Infine la pazienza e la rassegnazione che tanto a lungo avevano sorretto la donna non poterono più dominare le infermità fisiche. Ella si trascinò ancora una volta lungo la via per andare a vedere il figlio, ma le mancarono le forze e cadde a terra priva di sensi. Furono allora poste alla prova la freddezza e l'indifferenza del giovane, e la privazione di cui non poté non avvertire il colpo lo fece quasi impazzire. Un giorno era trascorso e sua madre non era andata a trovarlo; e poi un altro passò senza che gli andasse vicino e un altro ancora, ma non la vide; mancavano ormai solo ventiquattro ore a quello che sarebbe stato forse l'addio supremo. Oh, come allora gli si affollarono alla mente le memorie da tanto tempo dimenticate dei giorni lontani! Correva sconvolto avanti e indietro per l'angusto cortile, come se agitandosi a quel modo avesse potuto affrettare la visita attesa: e con quale amarezza lo investì la realtà della sua condizione di impotente desolazione quando seppe la verità! Sua madre, la sola persona cara che avesse mai avuto sulla terra, era malata, forse morente, meno di un miglio lontano da dove egli si trovava, e se fosse stato libero dai ceppi, gli sarebbero bastati pochi minuti per recarsi al suo capezzale. Corse al cancello, si aggrappò alle sbarre di ferro con la forza della disperazione, e le scosse fino a farle risonare, si gettò contro l'enorme muraglia quasi sperando si aprirsi fra le piante una via d'uscita; ma il cancello e le mura si fecero beffa dei suoi tentativi, ed egli si torse le mani e pianse come un fanciullo.”
“Ella si sentiva talmente criminosa e colpevole, che non le rimaneva se non umiliarsi e domandar perdono; e nella vita adesso, all'infuori di lui, ella non aveva nessuno, così che rivolgeva appunto a lui la sua preghiera d'esser perdonata. Ella, guardandolo, sentiva fisicamente la propria umiliazione e non poteva più dir nulla. Egli invece sentiva quel che deve sentire un assassino quando vede il corpo privato della vita da lui. Questo coro privato della vita da lui era il loro amore, il primo periodo del loro amore. C'era qualcosa di orribile e di ripugnante nei ricordi di quello per cui era stato pagato questo orribile prezzo di vergogna. La vergogna dinanzi alla propria nudità spirituale la soffocava e si comunicava a lui. Ma, malgrado tutto l'orrore dell'assassino dinanzi al corpo dell'assassinato, bisogna tagliare a pezzi, nascondere questo corpo, bisogna approfittare di quel che l'assassino ha acquistato con l'assassinio.”