“La mia regina ha alzato le spalle con aria sprezzante. - L'istruzione è così importante?- Penso di sì. Ho sempre rimpianto di non conoscere il latino.- Perché? - mi ha chiesto Igraine.- Perché buona parte delle esperienze dell'umanità sono tramandate in quella lingua, regina, è l'istruzione ci permette di scoprire ciò che gli uomini del passato conoscevano, o sognavano, o temevano. Quando siamo nei guai, è utile vedere che qualcuno ha già affrontato gli stessi problemi. Contribuisce a farci capire le cose.”

Bernard Cornwell

Bernard Cornwell - “La mia regina ha alzato le spalle...” 1

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“Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose che volevo dire, e me ne sono pentito. La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perché abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi. Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una puttana e probabilmente mi spezzerà il cuore, ma cazzo, sono innamorato. Va così, rhum e pera, perché ci sono dei momenti forti che ti lasciano l’amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha la vita”

Charles Bukowski
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“Non è perché ci appaiono inaccessibili che non abbiamo il coraggio di affrontare le cose: è perché non abbiamo il coraggio di affrontarle, che le cose ci appaiono inaccessibilil”

seneca
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“Ma perché a noi tocca sempre soffrire? Alla gente come noi, alla gente comune, ai piccoli borghesi? Quando arriva una guerra, o il franco è in ribasso, o ci sono disoccupazione, crisi e rivoluzioni, gli altri se la cavano sempre. E siamo noi a pagare! Perché? Che cosa abbiamo fatto? Paghiamo per gli errori di tutti. Certo, di noi nessuno ha paura!”

Irene Nemirovsky
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“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.”

Eugenio Montale
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“Di solito non parlo con gli sconosciuti. Non mi piace parlare con chi non conosco. E non per via della famosa frasa Non Dare Confidenza Agli Sconosciuti che ci ripetono continuamente a scuola, che tradotto vuol dire non accettare caramelle o un passaggio da uno sconosciuto perché vuole fare sesso con te. Non è questo che mi preoccupa. Se un estraneo mi toccassse lo colpirei immediatamente, e io so colpire molto forte. Come per esempio quella volta che ho preso a pugni Sarah perché mi aveva tirato i capelli e l’ho fatta svenire e le è venuta una commozione cerebrale e avevano dovuto portarla al pronto soccorso. E poi ho sempre con me il mio coltellino svizzero che ha una lama a seghetto in grado di tranciare le dita a un uomo.Non mi piacciono gli estranei perché non mi piacciono le persone che non conosco. Sono difficili da capire. È come essere in Francia, dove andavamo qualche volta in campeggio quando mio madre era ancora viva. E io odiavo la Francia perché se entravo in un negozio o in un ristorante o andavo in spiaggia non capivo quel che dicevano, e la cosa mi terrorizzava.Ci metto un sacco di tempo per abituarmi alle persone che non conosco. Per esempio, quando c’è una persona nuova che viene a lavorare a scuola non le parlo per settimane e settimane. Rimango a osservarla finché non sono certo di potermi fidare. Poi le faccio delle domande su di lei, sulla sua vita, del tipo se ha degli animali e qual è il suo colore preferito e cosa sa dell’Apollo e le chiedo di disegnarmi una piantina della sua casa e voglio sapere che macchina ha, così imparo a conoscerla. Da quel momento in poi non mi preoccupo più se mi capita di trovarmi nella stessa stanza con questa persona e non sono più obbligato a stare all’erta.”

Mark Haddon
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