“La vita senza l’amore di Dora non era una cosa accettabile da nessun punto di vista. Non potevo sopportarla, e non l’avrei fatto. L’avevo amata ogni minuto, giorno e notte, da quando l’avevo vista la prima volta. L’amavo in quel momento alla follia. Gli amanti avevano amato prima, e avrebbero amato dopo; ma nessuno di loro aveva amato, né avrebbe voluto, potuto o saputo amare mai come io amavo Dora.”

Charles Dickens
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“Prima di allora non aveva mai capito che la vita ci parla, e che la sua voce dà risposta alle domande che le poniamo di continuo; non aveva mai captato consciamente quella voce, né riconosciuto i suoi toni fino a quel momento in cui la voce gli aveva detto una cosa che non gli aveva mai detto prima, e cioè: - Sì”


“Fu quella una data memorabile per me, poiché portò a molti mutamenti in me stesso. Avviene la medesima cosa in ogni esistenza. Immaginate un dato giorno distaccato da tutti gli altri, e pensate come avrebbe potuto esserne differente tutto il corso. Fermati, tu che leggi, e rifletti per un istante sulla lunga catena di ferro od oro, di spini o fiori, che non ti avrebbe mai avvinto, se non si fosse formato il primo anello in quell'unica, memorabile giornata.”


“Era uno spettacolo straziante vedere quella donna entrare un giorno dopo l'altro nel cortile della prigione per cercare con ansia e fervore, con l'amore e con le suppliche di intenerire il cuore di pietra del figlio. Ma invano perché egli rimaneva cupo, ostinato e impenitente. Non riuscì ad addolcirne per un istante la durezza della espressione nemmeno l'insperata commutazione della pena di morte in quattordici anni di lavori forzati. Infine la pazienza e la rassegnazione che tanto a lungo avevano sorretto la donna non poterono più dominare le infermità fisiche. Ella si trascinò ancora una volta lungo la via per andare a vedere il figlio, ma le mancarono le forze e cadde a terra priva di sensi. Furono allora poste alla prova la freddezza e l'indifferenza del giovane, e la privazione di cui non poté non avvertire il colpo lo fece quasi impazzire. Un giorno era trascorso e sua madre non era andata a trovarlo; e poi un altro passò senza che gli andasse vicino e un altro ancora, ma non la vide; mancavano ormai solo ventiquattro ore a quello che sarebbe stato forse l'addio supremo. Oh, come allora gli si affollarono alla mente le memorie da tanto tempo dimenticate dei giorni lontani! Correva sconvolto avanti e indietro per l'angusto cortile, come se agitandosi a quel modo avesse potuto affrettare la visita attesa: e con quale amarezza lo investì la realtà della sua condizione di impotente desolazione quando seppe la verità! Sua madre, la sola persona cara che avesse mai avuto sulla terra, era malata, forse morente, meno di un miglio lontano da dove egli si trovava, e se fosse stato libero dai ceppi, gli sarebbero bastati pochi minuti per recarsi al suo capezzale. Corse al cancello, si aggrappò alle sbarre di ferro con la forza della disperazione, e le scosse fino a farle risonare, si gettò contro l'enorme muraglia quasi sperando si aprirsi fra le piante una via d'uscita; ma il cancello e le mura si fecero beffa dei suoi tentativi, ed egli si torse le mani e pianse come un fanciullo.”


“«Ci sono molte cose, credo, che possono avermi fatto del bene senza che io ne abbia ricavato un profitto», replicò il nipote, «e Natale è una di queste. Ma sono sicuro che ho sempre considerato il periodo natalizio, quando è venuto — a prescindere dalla venerazione dovuta al suo nome e alla sua origine sacra, ammesso che qualcosa che si riferisca possa esser tenuta separata da questa venerazione — come buono; un periodo di gentilezza, di perdono, di carità, di gioia; l'unico periodo che io conosca, in tutto il lungo calendario di un anno, nel quale uomini e donne sembrano concordi nello schiudere liberamente i cuori serrati e nel pensare alla gente che è al disotto di loro come se si trattasse realmente di compagni nel viaggio verso la tomba, e non di un'altra razza di creature in viaggio verso altre mete. E per questo, zio, anche se il Natale non mi ha mai fatto entrare in tasca una moneta d'oro, e neanche d'argento, credo che mi abbia fatto bene e che mi farà bene, e chiedo che Dio lo benedica».”


“(…), il giorno in cui mi aveva promesso il Plaza se avessi trovato l'uomo giusto. Quel ricordo mi colmò di gioia invece di farmi piangere. Non avevo trovato l'uomo giusto, ma per la prima volta mi rendevo conto che il messaggio di mio padre non aveva niente a che fare con quello. Lui voleva semplicemente dirmi che avrei trovato la felicità e la serenità e quello che era meglio per me, ma solo dopo aver cercato con impegno e fatica. (…) E poi, aveva voluto dirmi di non avere paura, di non smettere di cercare.”


“Nella vita di un uomo sono pochi i momenti in cui si trova ridicolmente imbarazzato, e deve affrontare l'assoluta mancanza di ogni benevola commiserazione più di quando gli capita di dover inseguire il proprio cappello. Per afferrare un cappello fuggitivo è necessario possedere un enorme sangue freddo e una singolare misura di sagacia. Non bisogna essere precipitosi altrimenti lo si calpesta; non si dovrà nemmeno attardarsi molto se non si vuole rischiare di perderlo irrimediabilmente. Il modo migliore è di procedere con la stessa velocità dell'oggetto che si insegue, usare prudenza e cautela, tenersi pronti a cogliere l'occasione buona, sorpassarlo aggirandolo, poi tuffarsi di slancio, afferrarlo per la tesa e ficcarselo bene in capo; è inoltre indispensabile non dimenticare di continuare a sorridere come se la cosa fosse divertente per l'interessato non meno di quanto lo sia effettivamente per gli spettatori.”