“L'uomo non è che un essere mortale, esiste un limite che il coraggio umano non può varcare. Per un attimo il signor Pickwick scrutò attraverso gli occhiali quell'avanzata di massa, poi si girò e non diremo che se la desse a gambe, in primo luogo perché si tratta di un'espressione volgare e in secondo luogo perché la figura del signor Pickwick non era adatta a un tal genere di movimento, ma diciamo che semplicemente trotterellò via con la massima velocità che le gambe gli consentivano, anzi la sua fu una velocità così elevata da non consentirgli di afferrare in pieno, se non troppo tardi, la notevole delicatezza della situazione in cui si trovava.”

Charles Dickens
Love Neutral

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“Nella vita di un uomo sono pochi i momenti in cui si trova ridicolmente imbarazzato, e deve affrontare l'assoluta mancanza di ogni benevola commiserazione più di quando gli capita di dover inseguire il proprio cappello. Per afferrare un cappello fuggitivo è necessario possedere un enorme sangue freddo e una singolare misura di sagacia. Non bisogna essere precipitosi altrimenti lo si calpesta; non si dovrà nemmeno attardarsi molto se non si vuole rischiare di perderlo irrimediabilmente. Il modo migliore è di procedere con la stessa velocità dell'oggetto che si insegue, usare prudenza e cautela, tenersi pronti a cogliere l'occasione buona, sorpassarlo aggirandolo, poi tuffarsi di slancio, afferrarlo per la tesa e ficcarselo bene in capo; è inoltre indispensabile non dimenticare di continuare a sorridere come se la cosa fosse divertente per l'interessato non meno di quanto lo sia effettivamente per gli spettatori.”


“Era uno spettacolo straziante vedere quella donna entrare un giorno dopo l'altro nel cortile della prigione per cercare con ansia e fervore, con l'amore e con le suppliche di intenerire il cuore di pietra del figlio. Ma invano perché egli rimaneva cupo, ostinato e impenitente. Non riuscì ad addolcirne per un istante la durezza della espressione nemmeno l'insperata commutazione della pena di morte in quattordici anni di lavori forzati. Infine la pazienza e la rassegnazione che tanto a lungo avevano sorretto la donna non poterono più dominare le infermità fisiche. Ella si trascinò ancora una volta lungo la via per andare a vedere il figlio, ma le mancarono le forze e cadde a terra priva di sensi. Furono allora poste alla prova la freddezza e l'indifferenza del giovane, e la privazione di cui non poté non avvertire il colpo lo fece quasi impazzire. Un giorno era trascorso e sua madre non era andata a trovarlo; e poi un altro passò senza che gli andasse vicino e un altro ancora, ma non la vide; mancavano ormai solo ventiquattro ore a quello che sarebbe stato forse l'addio supremo. Oh, come allora gli si affollarono alla mente le memorie da tanto tempo dimenticate dei giorni lontani! Correva sconvolto avanti e indietro per l'angusto cortile, come se agitandosi a quel modo avesse potuto affrettare la visita attesa: e con quale amarezza lo investì la realtà della sua condizione di impotente desolazione quando seppe la verità! Sua madre, la sola persona cara che avesse mai avuto sulla terra, era malata, forse morente, meno di un miglio lontano da dove egli si trovava, e se fosse stato libero dai ceppi, gli sarebbero bastati pochi minuti per recarsi al suo capezzale. Corse al cancello, si aggrappò alle sbarre di ferro con la forza della disperazione, e le scosse fino a farle risonare, si gettò contro l'enorme muraglia quasi sperando si aprirsi fra le piante una via d'uscita; ma il cancello e le mura si fecero beffa dei suoi tentativi, ed egli si torse le mani e pianse come un fanciullo.”


“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”


“In effetti, [dio] sarebbe riapparso solo molto più tardi, in una data di cui non è rimasta traccia, per scacciare la sventurata coppia dal giardino dell’eden per il nefando crimine di aver mangiato del frutto dell’albero del bene e del male. Questo episodio, che diede origine alla prima definizione di un peccato originale fino ad allora ignorato, non è mai stato ben spiegato. In primo luogo, persino l’intelligenza più rudimentale non avrebbe alcuna difficoltà a comprendere che essere informato sarà sempre preferibile a ignorare, soprattutto in materie tanto delicate come lo sono queste del bene e del male, nelle quali chiunque si mette a rischio, senza saperlo, di una condanna eterna a un inferno che allora era ancora da inventare. In secondo luogo, grida vendetta l’imprevidenza del signore che, se realmente non voleva che mangiassero di quel suo frutto, avrebbe avuto un rimedio facile, sarebbe bastato non piantare l’albero, o andare a metterlo altrove, o circondarlo da un recinto di fildiferro spinato. E, in terzo luogo, non fu per aver disobbedito all’ordine di dio che adamo ed eva scoprirono di essere nudi. Nudi e crudi, con tutto quanto all’aria, c’erano già quando andavano a letto, e se il signore non aveva mai notato una mancanza di pudore così evidente, la colpa era della sua cecità di progenitore, proprio quella che, a quanto pare inguaribile, ci impedisce di vedere che i nostri figli sono, in fin dei conti, tanto buoni o tanto cattivi quanto gli altri.”


“Fu quella una data memorabile per me, poiché portò a molti mutamenti in me stesso. Avviene la medesima cosa in ogni esistenza. Immaginate un dato giorno distaccato da tutti gli altri, e pensate come avrebbe potuto esserne differente tutto il corso. Fermati, tu che leggi, e rifletti per un istante sulla lunga catena di ferro od oro, di spini o fiori, che non ti avrebbe mai avvinto, se non si fosse formato il primo anello in quell'unica, memorabile giornata.”


“Ed è la vendetta del mondo, perché la letteratura che non si difenda dal mondo cos’è, se non mondo? E il mondo è qui polimero fuso: ma fuso a forma di letteratura, così, volessimo uscire, sappiamo che non si può, nemmeno ogni tanto.”