“Nella vita di un uomo sono pochi i momenti in cui si trova ridicolmente imbarazzato, e deve affrontare l'assoluta mancanza di ogni benevola commiserazione più di quando gli capita di dover inseguire il proprio cappello. Per afferrare un cappello fuggitivo è necessario possedere un enorme sangue freddo e una singolare misura di sagacia. Non bisogna essere precipitosi altrimenti lo si calpesta; non si dovrà nemmeno attardarsi molto se non si vuole rischiare di perderlo irrimediabilmente. Il modo migliore è di procedere con la stessa velocità dell'oggetto che si insegue, usare prudenza e cautela, tenersi pronti a cogliere l'occasione buona, sorpassarlo aggirandolo, poi tuffarsi di slancio, afferrarlo per la tesa e ficcarselo bene in capo; è inoltre indispensabile non dimenticare di continuare a sorridere come se la cosa fosse divertente per l'interessato non meno di quanto lo sia effettivamente per gli spettatori.”
“Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?”
“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”
“La depressione è un’incrinatura dell’amore. Per essere capaci di amare dobbiamo essere capaci di disperarci per ciò che perdiamo e la depressione è il meccanismo con cui esprimiamo questa disperazione. Quando sopravviene, distrugge il nostro sé e finisce per annullare la capacità di donare e di ricevere affetto. È la solitudine interiore, che si manifesta e annienta non solo il legame con gli altri, ma anche la capacità di restare serenamente soli con se stessi.”
“Raccontare è quasi sempre un regalo, compreso quando porta e inietta veleno il racconto è anche un vincolo e un concedere fiducia e rara è la fiducia che prima o poi non si tradisca, raro il vincolo che non si aggrovigli o non si annodi, e perciò finisca per stringere e si debba tirare di coltello e di lama per reciderlo.”
“L'uomo non è che un essere mortale, esiste un limite che il coraggio umano non può varcare. Per un attimo il signor Pickwick scrutò attraverso gli occhiali quell'avanzata di massa, poi si girò e non diremo che se la desse a gambe, in primo luogo perché si tratta di un'espressione volgare e in secondo luogo perché la figura del signor Pickwick non era adatta a un tal genere di movimento, ma diciamo che semplicemente trotterellò via con la massima velocità che le gambe gli consentivano, anzi la sua fu una velocità così elevata da non consentirgli di afferrare in pieno, se non troppo tardi, la notevole delicatezza della situazione in cui si trovava.”