“Era il suono di mille bambini affamati che piangevano, di diecimila vedove che si strappavano i capelli sulle tombe dei mariti, un coro di angeli che intonava l’ultimo lamento nel giorno della morte di dio”

Christopher Moore

Explore This Quote Further

Quote by Christopher Moore: “Era il suono di mille bambini affamati che piang… - Image 1

Similar quotes

“La Cadillac Eldorado Brougham del 1957 era l'incarnazione perfetta dell'esibizionismo, tra le macchine d morte. Quasi tre tonnellate di acciaio unite insieme a fare una bestia dalle fauci enormi e dalle code alte, rivestita di tanto metallo cromato che ci si sarebbe potuto costruire un Terminator e conservarne qualche scarto (il metallo era presente soprattutto sotto forma di strisce taglienti che, in caso di impatto, si staccavano, trasformandosi in falci letali che scorticavano i pedoni). Sotto i quattro fanali anteriori sfoggiava due pallottole paraurti cormate, che somigliavano a due siluri inesplosi o a due mortali tette di Madonna. La colonna dello sterzo, non contraibile, in uno scontro di una certa entità avrebbe trafitto il conducente; i finestrini elettrici avrebbero potuto staccare la testa di un bambino; non c'erano cinture di sicurezza, e il motore V8 da 325 cavalli consumava tanto che, quando passava, lo sentivi risucchiare dinosauri liquefatti dal terreno. Faceva al massimo centosettanta chilometri orari, ma le sospensioni molli e simili a scialuppe non le avrebbero mai dato stabilità a quella velocità, e a poco sarebbero serviti i freni di dimensioni ridotte. Le pinne che sporgevano posteriormente erano così alte e aguzze che l'auto rappresentava una minaccia letale per i pedoni anche da parcheggiata; e tutto l'insieme poggiava su grandi pneumatici internamente bianchi, simili a gigantesche ciambelle e dotati della stessa manovrabilità. Detroit non sarebbe riuscita a superare quella letale ostentazione pinnata nemmeno se avesse rivestito di strass un'oraca assassina. Era un'autentico capolavoro.”


“Senti, abbiamo delle specie di regole qui". Indicò il cartello sul bancone. NIENTE CAMICIA O NIENTE SCARPE, NIENTE SERVIZIO.Molly abbassò lo sguardo su di sé. «Oh dio, me le sono scordate».«É tutto a posto».«Ho lasciato le scarpe in macchina. Faccio un salto e me le metto».«Sarebbe stupendo,Molly.Grazie».«Nessun problema».«So che sul cartello non c'è scritto, ma già che ci sei, potresti metterti anche un paio di pantaloni? Sarebbe sottinteso».«Certo» disse Molly con disinvoltura davanti al bancone. Uscì dal negozio e sentì che l'aria si era proprio rinfrescata. E già, i suoi jeans e le mutandine erano sul sedile del passeggero, accanto alle scarpe da tennis.”


“Charlie guardò con più attenzione il roditore che la bimba aveva sbattuto sul vassoio, quasi volesse renderne più tenera la carne. La testolina sembrava fradicia. "In bocca. Se lo è messo in bocca". Afferrò una salvietta di carta dal rotolo che teneva sul piano di lavoro e cominciò a strofinare l'interno dell bocca della bimba. Lei canticchiava mentre cercava di mangiare quel pezzo di carta, pensando fosse parte del gioco."In ogni caso, dov'è la signora Ling?""Lei deve andare a prendere la ricetta, così io guardo Sophie per un poco. E piccoli orsi sono felici, mentre io vado al bagno""Criceti, signora Korjev. Non orsi. Quanto tempo c'è rimasta?""Forse cinque minuti. Penso che ho strappo all'ano, a causa di spinte violente".”


“C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomàs sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.(Cronache Marziane, trad. Giorgio Monicelli)”


“Credo che nel mio cervello ci sia una specie di setaccio che impedisce un rapido (e tanto meno simultaneo) travaso dei pensieri in parole. Un po' come il filtro nello scarico della vasca da bagno; c'è qualcosa che trattiene i miei pensieri nel cervello, e così bisogna cavarli a forza, come quegli schifosi grovigli di capelli bagnati.”


“Dovevi comportati bene con il prossimo, anche con i leccapiedi. E se:a) Credevi che Gesù fosse il Figlio di Diob) Credevi che fosse venuto a salvarti dal peccatoc) Riconoscevi la presenza dello Spirito Santo dentro di te (tornavi bambino, diceva lui)d) Non bestemmiavi contro il suddetto Spirito (vedi c)Allora:e) Avresti vissuto in eternof) In un posto fichissimog) Probabilmente in paradisoSe inveceh) Peccavi (e/o) i) Ti comportavi da ipocrita (e/o)j) Davi più importanza alle cose che alle persone (e/o)k) Non facevi quanto elencato ai punti a, b, c, dEri semplicementel) fottuto”