“Era il suono di mille bambini affamati che piangevano, di diecimila vedove che si strappavano i capelli sulle tombe dei mariti, un coro di angeli che intonava l’ultimo lamento nel giorno della morte di dio”
“C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomàs sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.(Cronache Marziane, trad. Giorgio Monicelli)”
“Credo che nel mio cervello ci sia una specie di setaccio che impedisce un rapido (e tanto meno simultaneo) travaso dei pensieri in parole. Un po' come il filtro nello scarico della vasca da bagno; c'è qualcosa che trattiene i miei pensieri nel cervello, e così bisogna cavarli a forza, come quegli schifosi grovigli di capelli bagnati.”
“Misero un segugio esplosivo sulle tracce di Turner a Nuova Delhi, sintonizzato sui suoi feromoni e sul colore dei capelli. Lo raggiunse in una strada chiamata Chandni Chauk, e si lanciò verso la sua BMW noleggiata, fra una selva di gambe nude e brune e ruote di tassì a pedale. Il nucleo era costituito da un chilogrammo di esogene ricristallizzato e TNT in scaglie.Turner non lo vide arrivare. L'ultima cosa che vide dell'India fu la facciata rosa di un posto che si chiamava Khush-Oil Hotel.”
“L’opposto della depressione non è la felicità, ma la vitalità, e la mia vita, mentre scrivo, è pregna di vitalità anche quando è triste. Un giorno o l’altro, il prossimo anno, mi capiterà di svegliarmi nuovamente privo di senno: è improbabile che mi mantenga stabile per sempre. Nel frattempo, però, ho scoperto quella che si chiama anima, una parte di me che non avrei mai immaginato esistesse prima che, un giorno di sette anni fa, l’inferno mi facesse una visita inaspettata. È una scoperta preziosa.”
“Probabilmente qualche altro inquilino si era accorto di quell'acqua che scorreva fuori da quella porta, ma si era ben guardato dall'avvisare qualcuno, il portiere: la civiltà di massa ha questo pregio, che ciascuno può annegare liberamente senza che gli altri gli diano fastidio nel tentativo di salvarlo. È in fondo una forma di delicatezza e di rispetto dell'opinione altrui di morire da sé.”