“Nulla porta-lo so- all'amore. E' lui che si butta di traverso sulla vostra strada. La sbarra per sempre o se se ne allontana lascia la via sconvolta, sfondata.Soltanto nel dolore una donna è capace di superare la mediocrità”
“Che cosa avevano in comune quel corpo, l'uso che non poteva fare l'amore, i suoi inevitabili scopi, e il destino di un altro corpo di donna, votato a delicati rapimenti, dotato i una genialità da predone, di un'appassionata implacabilità, di una pedagogia ipocrita e incantatrice?"Nascondeva con difficoltà un dolore che non riusciva a comprendere. Che cosa aveva dunque conquistato, la notte scorsa, nell'ombra profumata, tra quelle braccia ansiose di farlo uomo e vittorioso? Il diritto di soffrire? Il diritto di mancare per debolezza davanti a una fanciulla innocente e pura? Il diritto di tremare se non si sa perchè, dinanzi alla delicata vita delle bestie e al sangue fuggito dalle sue sorgenti?"Ah, la luce sorda e rossastra di una camera sconosciuta! Ah, quella buia felicità, quella morte raggiunta per gradi, e poi la vita, recuperata a lenti colpi d'ala...""Quelle piccole orecchie arrossate risuonavano ancora di un grido sommesso, soffocato come quello di un essere che venga sgozzato? Qulle braccia, ricche di muscoli appena visibili, l'avevano portato, leggero, confuso, da questo mondo in un altro mondo; quella bocca avara di parole, s'era chinaa per trasmetter e per mormorare, indistinto, un canto che nasceva debole eco, dalle profondità in cui la vita è una convulsione terribile...Ella sapeva tutto...”
“Il peggio nella vita di una donna: il primo uomo. Si muore soltanto di quello, dopo di che la vita coniugale- o la sua contrffazione- diventa una carriera. Una carriera, burocratica a volte, da cui nulla ci distrae nè ci solleva tranne il gioco di equilibri che, a tempo debito, spinge il vecchio verso la giovincella e Chè ri verso Lèa.”
“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”
“Non capisco perché la gente abbia bisogno di sentirsi rassicurata se qualcuno dice: si è per sempre. Nulla è per sempre.”
“Sulla via per l'inferno c'è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine.”
“Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!» O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca se ne hai una. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce.”