“In effetti stamattina ho proprio versato tutte le lacrime che avevo in corpo. Sarebbe più giusto dire che il corpo ha versato tutte le lacrime accumulate dalla mente nel corso di quest’inverosimile carneficina. La quantità di sé che viene eliminata con le lacrime! Piangendo si fa molta più acqua che pisciando, ci si pulisce infinitamente meglio che tuffandosi nel lago più puro, si posa il fardello dello spirito sul marciapiede del binario d’arrivo. Una volta che l’anima si è liquefatta, si può celebrare il ricongiungimento con il corpo. Stanotte il mio dormirà bene. Ho pianto di sollievo, credo. [...] Onore alle lacrime!”
“Stamattina ho avuto un'illuminazione: è tutta colpa mia. Il mio errore pià grave è stato di non capire che il tempo passa. Il tempo passava e io ero fissa nell'atteggiamento della sposa ideale di un marito ideale. Invece di rianimare la nostra vita sessuale m'incantavo nel ricordo delle nostre notti di una volta. Mi immaginavo di aver conservato il mio viso e il mio corpo di trent'anni invece di curare il mio fisico. Ho lasciato atrofizzare la mia intelligenza; non mi coltivavo più; mi dicevo: 'più tardi, quando le bambine mi avranno lasciata'. Si, la giovane studentessa che Maurice sposò, che si appassionava agli avvenimenti, alle idee, ai libri, era ben diversa dalla donna di oggi, il cui universo è tutto in queste quattro mura. Ed è vero che avevo la tendenza a imprigionarvi Maurice. credevo che la sua famiglia dovesse bastargli, credevo di averlo tutto per me. In generale davo tutto per scontato, e questo deve averlo seccato, lui che cambia, che mette sempre in questione tutte le cose. La noia non perdona"-Una donna spezzata-”
“Il suono del vento mi attraversa le orecchie come il ruggito dell'universo. Forse è come il rumore che si fa quando si passa dentro al tempo, quando lo si attraversa con tutto il corpo: le braccia e le gambe che attraversano il tempo, il petto che attraversa il tempo e il viso che si porta dentro tutta l'eternità.”
“...devo dire che c’è una tradizione a Mårbacka, che quando si va a dormire la Vigilia di Natale si ha il permesso di avvicinare un tavolino al letto, metterci sopra una candela e poi leggere finché si vuole. Questa è la più grande di tutte le gioie di Natale. Non c’è niente di più bello che starsene lì sdraiati con un bel libro avuto in regalo, un libro nuovo che non si è ancora mai visto e che nessun altro in casa conosce, e sapere che si può leggere pagina dopo pagina finché si riesce a stare svegli.”
“— Dama, — disse una donna anziana, — credo che sia malato il suo cuore, perché spesso avviene che il cuore soffra d'una malattia per la quale nessuna medicina dei mortali può nulla [...]. E c'è un'altra malattia del cuore: quando è afflitto da una qualche onta arrecata al corpo; se ne guarisce allora vendicandosi del misfatto, vendicando onta per onta. Il cuore è la parte più schietta e più pura dell'uomo, e prende su di sé tutte le onte e tutti i mali, perché il corpo altro non è che la dimora del cuore. Ma ora vi dirò la terza malattia dalla quale un cuore puro viene tormentato: è il male dell'amore che non può essere ricambiato. Amore entra passando dagli occhi e dalle orecchie, e se il cuore viene trafitto attraverso uno di questi varchi, gli tocca soffrire eternamente: poiché, quand'anche ottenga ciò che ha tanto anelato, teme comunque di perderlo. Queste sono le malattie del cuore: si guarisce dalla prima e dalla seconda come ho detto; ma la terza è la più pericolosa perché accade che il cuore non voglia guarire [...].”
“Si dice spesso che noi siamo i nostri geni, noi siamo le nostre informazioni. Si cede così alla mistica del Dna e dell’elettronica, si ignora che la biografia è più forte della biologia […] Il corpo esce dalla vita, e la vita abbandona il corpo”