“Un corpuscolo trasparentebrillava in me, una scintilla,dorata, luminosa. Lo sapevo:ero io, la mia anima, la mia essenza, il sensodella mia esistenza. È natacon me, pensavo, e con memorirà...e non sapevo che avrei potutosopravviverle a lungo,divenire io stessa un'esiliata, un essere umanoinaridito.E una bugiarda...che candidamentesenza batter ciglio,osa dire:io.”
“Dottor Spielvogel, questa è la mia vita, la mia unica vita, e la sto vivendo da protagonista di una barzelletta ebraica! Io sono il figlio in una barzelletta ebraica… solo che non è affatto una barzelletta!”
“Capisce ora come stanno le cose, non è vero?Dopo una giovinezza e una maturità trascorse in parte in mezzo a inesprimibili sofferenze, e in parte nella più desolata solitudine, io ho trovato colei che posso veramente amare...io ho trovato lei.Lei è la mia simpatia, la miglior parte di me stesso, il mio angelo custode, e io le sono unito da un legame fortissimo. La credo buona, intelligente, attraente; il mio cuore ha concepito una passione grave e fervida e mi spinge verso di lei, l'attira al centro e alla sorgente della mia esistenza, fa gravitare la mia vita attorno a lei, e ardendo d'una fiamma pura e possente, fonde lei e me in un essere solo.”
“Il tempo è una storia e io voglio essere colui che la racconta, non colui che la crea.”
“Tanto per dire, non ho mai lasciato una donna. Il che non significa che non abbia prestato la mia collaborazione passiva affinché un rapporto si estinguesse a fuoco lento. Anzi, nell’omissione di soccorso sentimentale sono stato recidivo, se proprio devo confessare l’illecito. Ma rimanere inerti mentre una relazione annaspa non è la stessa cosa che dire «senti io non voglio più stare con te e questo è quanto».”
“Dopo aver fatto l'amore, dormiremo abbracciati. La tua schiena contro il mio ventre. E io stringerò le dita dei piedi attorno alle tue caviglie, come delle mollette, perché tu non possa volar via la notte. Saremo come un'immagine in un libro di scienze: un frutto tagliato a metà, tu la buccia e io il torsolo.”
“Prometto che non ti scriverò e che non cercherò di mettermi in contatto con te. Non ti importunerò mai più. A malincuore chiuderò la porta che ti ho aperto con tanta gioia. Ma se per qualche motivo deciderai di tornare da me, devi sapere che in questa fase della mia vita ho bisogno della tua disponibilità più completa e della tua capacità di comprensione più profonda. Ho bisogno che tu fluisca liberamente verso di me, senza alcun ostacolo esterno. Ne ho bisogno come dell'aria che respiro. Se non puoi donarmi tutto questo, non venire. Davvero: non venire. Perché probabilmente mi sono sbagliata sul tuo conto...(David Grossman, Che tu sia per me il coltello)”