“E la sera, dalla mia stanza di bambina, guardo I lumi della città sul mare. E certe volte ho l’impressione di essere ancora quella di una volta, e che gli anni non siano mai passati. E penso : laggiù è la vera vita, laggiù il mondo, l’avventura, il sogno ! E fantastico un giorno o l’altro di partire. Lo vede dunque che non è mai finita ?”

Dino Buzzati

Dino Buzzati - “E la sera, dalla mia stanza di bambina...” 1

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“L’opposto della depressione non è la felicità, ma la vitalità, e la mia vita, mentre scrivo, è pregna di vitalità anche quando è triste. Un giorno o l’altro, il prossimo anno, mi capiterà di svegliarmi nuovamente privo di senno: è improbabile che mi mantenga stabile per sempre. Nel frattempo, però, ho scoperto quella che si chiama anima, una parte di me che non avrei mai immaginato esistesse prima che, un giorno di sette anni fa, l’inferno mi facesse una visita inaspettata. È una scoperta preziosa.”

Andrew Solomon
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“E imparai, con umiltà e fatica, ma imparai quello che dovevo fare, e che sarebbe stato ovvio per un bambino: la vita non è altro che un susseguirsi di tante piccole vite, vissute un giorno alla volta. Si dovrebbe trascorrere ogni giorno cercando la bellezza nei fiori e nella poesia e parlando con gli animali. E nulla può essere migliore di un giorno colmo di sogni e di tramonti e di brezze leggere. Imparai soprattutto che la vita è sedere su una panchina sulla riva di un fiume antico, con la mia mano posata sul suo ginocchio e a volte, nei momenti più dolci, innamorarmi di nuovo.”

Nicholas Sparks
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“Non ho mai seguito valori illusori, come il successo, ma ho cercato e trovato dei punti di forza che mi hanno consentito una concezione più ampia del mondo, una sempre rinnovata capacità di gratitudine nei confronti dei miei simili e una sincera umiltà che mi assiste oggi, mentre dalla mia piccola posizione di vantaggio lungo il cammino che va verso l'alto e non finisce mai, guardo la pazienza ammirevole e il coraggio di quelli che dietro di me lottano ancora.”

Edgar Wallace
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“Forse la pazzia non è l'ebetudine, non è il monologare franto e farneticante dei disperati che si aggirano sui marciapiedi delle stazioni, è la diversità che separa dagli altri, dalle altre, è la speranza, il sogno, quasi la pretesa di avere un destino.Di non essere un ombra senza storia, un fantasma che scivola sul mondo senza lasciare un impronta, e di voler fare qualcosa di importante nella vita.”

Melania G. Mazzucco
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“Di pomeriggio dormo e quando non riesco a dormire, chiudo gli occhi e immagino di essere dinuovo nella casa abbandonata al 37 di Brooks Street con Alex sdraiato accanto a me. Cerco diattraversare la cortina; immagino di poter in qualche modo disfare i giorni che sono passati dalla nostrafuga, di poter riparare quello strappo nel tempo, di potermi riprendere Alex.Ma ogni volta che riapro gli occhi sono ancora qui, su un materasso per terra, e ho ancora fame. Alex è vivo. Soltanto un altro sforzo, solo uno sprint finale, e vedrai.Quando Hana e io facevamo parte della squadra di atletica leggera, c’inventavamo giochetti mentalicome questi per mantenere lo stimolo. La corsa è uno sport mentale, più di qualsiasi altra cosa. Seibravo solo quanto il tuo allenamento, e il tuo allenamento è buono solo quanto il tuo modo di pensare.Se fai tutti e dodici i chilometri senza camminare, prenderai dieci in storia. Questo è il genere di cosache dicevamo l’una all’altra. A volte funzionava, a volte no. A volte ci arrendevamo, ridendo,all’undicesimo chilometro, dicendo Ooops! Ecco che sfuma il nostro voto di storia.Il fatto era che non ci interessava poi tanto. Un mondo senza amore è anche un mondo senzaobiettivi.Alex è vivo. Spingi, spingi, spingi.....Non sono pazza. Lo so che non è vivo, non può esserlo. Non appena termino la corsa e torno nelseminterrato della chiesa, mi colpisce come un muro la stupidità di tutto questo, la sua inutilità. Alex èandato e nessun allenamento, o corsa, o sofferenza me lo riporterà mai.Lo so. Ma il fatto è questo: mentre corro, c’è sempre quella frazione di secondo in cui il dolore mi statraggendo e riesco a malapena a respirare e vedo soltanto colori e macchie e in quella frazione disecondo, proprio mentre il dolore è insopportabile e diventa troppo, e c’è un calor bianco che mi attraversa, vedo qualcosa alla mia sinistra, un guizzo di colore (capelli rossicci, che ardono, una coronadi foglie) e in quel momento so che se soltanto voltassi la testa lo vedrei lì, che ride e mi guarda, abraccia aperte.Non volto mai la testa per guardarlo, ovviamente. Ma un giorno lo farò. Un giorno lo farò e lui saràtornato, e tutto andrà a posto.E fino a quel momento: corro. Mi viene in mente, a quel punto, che anche le persone sono piene di tunnel: spazi bui e tortuosi ecaverne; impossibile conoscere tutti i posti dentro di loro. Impossibile anche soltanto immaginarli”

Lauren Oliver
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