“Accadeche le affinità d'anima non giunganoai gesti e alle parole ma rimanganoeffuse come un magnetismo. Ѐ raroma accade.Può darsiche sia vera soltanto la lontananza,vero l'oblio, vera la foglia seccapiù del fresco germoglio. Tanto e altropuò darsi o dirsi.Comprendola tua caparbia volontà di essere sempre assenteperché solo così si manifestala tua magia. Innumeri le astuzieche intendo.Insistonel ricercarti nel fuscello e mainell'albero spiegato, mai nel pieno, semprenel vuoto: in quello che anche al trapanoresiste.Era o non erala volontà dei numi che presidianoil tuo lontano focolare, stranimultiformi multanimi animali domestici;fors'era così come mi parevao non era.Ignorose la mia inesistenza appaga il tuo destino,se la tua colma il mio che ne trabocca,se l'innocenza è una colpa oppuresi coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,di te tutto conosco, tuttoignoro.”
“Esterina, i vent’anni ti minacciano,grigiorosea nubeche a poco a poco in sé ti chiude.Ciò intendi e non paventi.Sommersa ti vedremonella fumea che il ventolacera o addensa, violento.Poi dal fiotto di cenere usciraiadusta più che mai,proteso a un’avventura più lontana l’intento viso che assembral’arciera Diana.Salgono i venti autunni,t’avviluppano andate primavere;ecco per te rintoccaun presagio nell’elisie sfere. Un suono non ti rendaqual d’incrinata broccapercossa!; io prego siaper te concerto ineffabiledi sonagliere.La dubbia dimane non t’impaura.Leggiadra ti distendi sullo scoglio lucente di sale e al sole bruci le membra.Ricordi la lucertolaferma sul masso brullo;te insidia giovinezza,quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.L’acqua’ è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi: noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolocome un’equorea creaturache la salsedine non intaccama torna al lito più pura.Hai ben ragione tu!Non turbaredi ubbie il sorridente presente.La tua gaiezza impegna già il futuroed un crollar di spalledirocca i fortilizîdel tuo domani oscuro.T’alzi e t’avanzi sul ponticelloesiguo, sopra il gorgo che stride:il tuo profilo s’incidecontro uno sfondo di perla.Esiti a sommo del tremulo asse,poi ridi, e come spiccata da un ventot’abbatti fra le bracciadel tuo divino amico che t’afferra. Ti guardiamo noi, della razza di chi rimane a terra”
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.”
“-La tua stessa coscienza ti dice che non sei più quello che eri, io invece sono rimasta la stessa, e mi rendo conto che tutto quello che ci prometteva felicità quando avevamo gli stessi sentimenti è diventato presagio d'infelicità ora che siamo diversi.Quanto sovente e con quanta pena abbia pensato ciò non voglio dirtelo.E' sufficiente che vi abbia pensato e che sia in grado ora di renderti la tua libertà. -Te l'ho forse mai chiesta?-A parole no, mai.- E in quale modo allora?-Mutando il tuo carattere, il tuo umore, la tua atmosfera di vita, le tue speranze, tutto ciò che rendeva il mio amore bello ai tuoi occhi. Se nulla mai ci fosse stato fra di noi, dimmi, mi sceglieresti ancora, cercheresti ancora di conquistarmi? Oh no, certo!”
“Mia cara, il tuo piccolo cuore è ferito; non giudicarmi crudele perché obbedisco all’irresistibile legge della mia forza e della mia debolezza. Se il tuo piccolo cuore è ferito, anche il mio sanguina con il tuo. Nell’estasi della mia grande umiliazione, io vivo nella tua calda vita e tu morirai.., morirai dolcemente.., nella mia vita. Non posso farne a meno; come io mi avvicino a te, così tu, a tua volta, ti accosterai ad altri, e capirai l’estasi di questa crudeltà che è sempre amore; così, per ora, non cercare di sapere più niente di me e di te, ma abbi fiducia in me con tutta la tua anima appassionata».”
“In altre parole, io non ci riesco a prendermi le cose che voglio. Mi sembra ridicolo pensare che le cose siano semplicemente lì, e che è colpa tua se non te le prendi. Non ci ho mai creduto alla storia che bastasse allungare la mano. E il fatto che un altro ci riesca non mi convince nemmeno per un attimo che sia vera, e questo è tutto.”
“La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, e soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi”