“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.”

Eugenio Montale

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“Esterina, i vent’anni ti minacciano,grigiorosea nubeche a poco a poco in sé ti chiude.Ciò intendi e non paventi.Sommersa ti vedremonella fumea che il ventolacera o addensa, violento.Poi dal fiotto di cenere usciraiadusta più che mai,proteso a un’avventura più lontana l’intento viso che assembral’arciera Diana.Salgono i venti autunni,t’avviluppano andate primavere;ecco per te rintoccaun presagio nell’elisie sfere. Un suono non ti rendaqual d’incrinata broccapercossa!; io prego siaper te concerto ineffabiledi sonagliere.La dubbia dimane non t’impaura.Leggiadra ti distendi sullo scoglio lucente di sale e al sole bruci le membra.Ricordi la lucertolaferma sul masso brullo;te insidia giovinezza,quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.L’acqua’ è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi: noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolocome un’equorea creaturache la salsedine non intaccama torna al lito più pura.Hai ben ragione tu!Non turbaredi ubbie il sorridente presente.La tua gaiezza impegna già il futuroed un crollar di spalledirocca i fortilizîdel tuo domani oscuro.T’alzi e t’avanzi sul ponticelloesiguo, sopra il gorgo che stride:il tuo profilo s’incidecontro uno sfondo di perla.Esiti a sommo del tremulo asse,poi ridi, e come spiccata da un ventot’abbatti fra le bracciadel tuo divino amico che t’afferra. Ti guardiamo noi, della razza di chi rimane a terra”


“Accadeche le affinità d'anima non giunganoai gesti e alle parole ma rimanganoeffuse come un magnetismo. Ѐ raroma accade.Può darsiche sia vera soltanto la lontananza,vero l'oblio, vera la foglia seccapiù del fresco germoglio. Tanto e altropuò darsi o dirsi.Comprendola tua caparbia volontà di essere sempre assenteperché solo così si manifestala tua magia. Innumeri le astuzieche intendo.Insistonel ricercarti nel fuscello e mainell'albero spiegato, mai nel pieno, semprenel vuoto: in quello che anche al trapanoresiste.Era o non erala volontà dei numi che presidianoil tuo lontano focolare, stranimultiformi multanimi animali domestici;fors'era così come mi parevao non era.Ignorose la mia inesistenza appaga il tuo destino,se la tua colma il mio che ne trabocca,se l'innocenza è una colpa oppuresi coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,di te tutto conosco, tuttoignoro.”


“Non è perché ci appaiono inaccessibili che non abbiamo il coraggio di affrontare le cose: è perché non abbiamo il coraggio di affrontarle, che le cose ci appaiono inaccessibilil”


“In effetti stamattina ho proprio versato tutte le lacrime che avevo in corpo. Sarebbe più giusto dire che il corpo ha versato tutte le lacrime accumulate dalla mente nel corso di quest’inverosimile carneficina. La quantità di sé che viene eliminata con le lacrime! Piangendo si fa molta più acqua che pisciando, ci si pulisce infinitamente meglio che tuffandosi nel lago più puro, si posa il fardello dello spirito sul marciapiede del binario d’arrivo. Una volta che l’anima si è liquefatta, si può celebrare il ricongiungimento con il corpo. Stanotte il mio dormirà bene. Ho pianto di sollievo, credo. [...] Onore alle lacrime!”


“La mia regina ha alzato le spalle con aria sprezzante. - L'istruzione è così importante?- Penso di sì. Ho sempre rimpianto di non conoscere il latino.- Perché? - mi ha chiesto Igraine.- Perché buona parte delle esperienze dell'umanità sono tramandate in quella lingua, regina, è l'istruzione ci permette di scoprire ciò che gli uomini del passato conoscevano, o sognavano, o temevano. Quando siamo nei guai, è utile vedere che qualcuno ha già affrontato gli stessi problemi. Contribuisce a farci capire le cose.”


“Mi alzo. Mi sporgo attraverso il tavolo e la bacio. Nicole mi risponde. È solo un attimo. Invece è lungo quanto la vita che ho già vissuto. Quella di prima che le mia labbra incontrassero le sue. Quella che adesso mi sembra sia stata inutile e senza senso.«Paolo, io non… io non capisco più niente» sussurra Nicole.«I sogni non vanno capiti.»”