“La cosa più fastidiosa quando mandi un messaggio a una persona a cui tieni è che dal momento dell'invio parte il conto dei minuti [...]A volte i minuti non sono solo minuti, sono reincarnazioni di vite...”
“La prima cosa da capire a proposito degli universi paralleli... è che non sono paralleli. È importante rendersi conto che, a rigore, non sono neppure universi, ma è molto più facile cercare di capirlo un po' più tardi, dopo che ci si è resi conto che tutto quello che si è capito fino a quel momento non è vero.”
“Il primo minuto della giornata lavorativa ci ricorda tutti gli altri minuti di cui è fatto il giorno, e non è mai bene pensare ai minuti come entità singole.”
“Io non racconto mai bugie. Mia madre diceva sempre che dipendeva dal fatto che sono una brava persona. Invece non dipende dal fatto che sono una brava persona. È così perché non sono capace di raccontare bugie.”
“Non è il viso che colpisce, ma le espressioni... non è il corpo che ci piace, ma il modo in cui si muove... non è spesso l'aspetto fisico che ci attrae... ma sono i modi di fare di una persona.”
“Ma come stabilire il momento esatto in cui comincia una storia? Tutto è sempre cominciato già da prima, la prima riga della prima pagina d'ogni romanzo rimanda a qualcosa che è già successo fuori dal libro. Oppure la vera storia è quella che comincia dieci o cento pagine più avanti e tutto ciò che precede è solo un prologo. Le vite degli individui della specie umana formano un intreccio continuo, in cui ogni tentativo di separare un pezzo di vissuto che abbia un senso separatamente dal resto - per esempio, l'incontro di due persone che diventerà decisivo per entrambi - deve tener conto che ciascuno dei due porta con sé un tessuto di ambienti fatti altre persone, e che dall'incontro deriveranno a loro volta altre storie che si separeranno dalla loro storia comune.”