“Una sera ho visto il cartone animato di "Alice Nel Paese Delle Meraviglie". A un certo punto del film lei diventava grande e la testa usciva dal tetto della casa e le braccia dalle finestre. Di fronte a quella scena, ho preso coscienza che era ciò che stavo provando io. La mia casa era diventata troppo piccola per me, sentivo che non ci stavo più dentro. Dovevo andarmene, seguire anch'io il Bianconiglio.”

Fabio Volo

Fabio Volo - “Una sera ho visto il cartone animato di...” 1

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“Ho visto il sole tramontare in un mare di fuoco liquido e sorgere come una sfera di rame incandescente. Ho visto la luna far risplendere i veli del cielo notturno come fuochi fatui e rispecchiarsi nel lento respiro delle onde. Ho visto il mare così liscio e l'aria così trasparente che la volta stellata sembrava sdoppiarsi al punto che non si capiva più qual era il sotto e quale il sopra, e pareva di veleggiare dentro a un globo splendente di luci. Ho visto cieli e nubi che un artista avrebbe impiegato un'esistenza intera a cercare di riprodurre.”

Björn Larsson
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“Ma è possibile che ogni volta che parlo di un sogno o di un'ambizione ci deve essere sempre qualcuno che ti guarda e sembra che dica: "diventa grande". E per gli altri diventare grandi vuol dire non credere più di essere una ballerina, un poeta, un musicista, un sognatore, un fiore. Non li sopporto.Una mattina sono uscito di casa, il cielo era azzurro e limpido, ho continuato a guardarlo mentre camminavo, stavo bene, respiravo a pieni polmoni, al terzo passo ho pestato una merda. Cosa devo fare? Rinunciare al cielo per paura delle merde? No, io no Porcaputtana!”

Fabio Volo
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“Fu davvero una grande cosa per me, perché il tennis è uno sport così solitario ed essere in grado di giocare per qualcun altro, per qualcos'altro, per qualcosa più grande di te ma comunque in relazione con te, è un grande senso di soddisfazione... e per me giocare per il mio Paese e, ancor più importante, giocare per realizzare ciò che mio padre aveva sperato e che non era riuscito a realizzare nella sua esperienza olimpica... sentivo che stavo giocando per qualcosa più grande di me e l'avere lui lì era parte di questo.”

Andre Agassi
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“Sicché andò a finire che feci il tema sul guantone da baseball di mio fratello Allie. […] Mio fratello Allie, dunque aveva quel guantone da prenditore, il sinistro. Lui era mancino. La cosa descrittiva di quel guanto, però, era che c’erano scritte delle poesie su tutte le dita e il palmo e dappertutto. In inchiostro verde. Ce le aveva scritte lui, così aveva qualcosa da leggere quando stava ad asp...ettare e nessuno batteva. Ora è morto. Gli è venuta la leucemia ed è morto quando stavamo nel Maine, il 18 luglio del 1946. Vi sarebbe piaciuto. Aveva due anni meno di me, ma era cinquanta volte più intelligente di me. Era di un’intelligenza fantastica. […] Aveva solo tredici anni e loro volevano farmi psicanalizzare e compagnia bella perché avevo spaccato tutte le finestre del garage. Non posso biasimarli. Ho dormito nel garage la notte che lui è morto, e ho spaccato col pugno tutte quelle dannate finestre, così, tanto per farlo. Ho tentato anche di spaccare tutti i finestrini della giardinetta che avevamo quell’estate, ma a quel punto mi ero già rotto la mano eccetera eccetera, e non ho potuto. È stata una cosa proprio stupida, chi lo nega, ma io quasi non sapevo nemmeno quello che stavo facendo, e poi voi non conoscevate Allie.”

J.D. Salinger
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“- E com’è fatto un orobilogio? -- Non si può vedere, è fatto di tante parti insieme che mescolandosi diventano invisibili. Vuoi un esempio? La tua casa, la guardi dal di fuori e dici: questa è la mia casa. Ma la casa ha sotto la cantina, la tinaia buia con le botti, la muffa sulle pareti quell’odore di anni e secoli, ma in quel passato oscuro fermenta il vino e i formaggi maturano. Sopra c’è il granaio, con la farina, le mele, le noci e i pomodori secchi, e ci frullano i topi rosicchioni e i ghiri ladruncoli, lì ci sono le provviste per il futuro. Poi c’è la casa dove abiti, col camino caldo, la cucina che fuma e il cesso che scroscia, e il letto ti accoglie e prepara i sogni, ma anche gli incubi, e le lenzuola gelate d’inverno, e la febbre e le ore che non dormi la notte. E a volte tutto cambia: dal camino entra la notte, le faville dei fantasmi del passato, o la paura di ciò che sta dietro la porta, nella cantina il vino e il buio ti fanno immaginare viaggi e abbordaggi, nel granaio sbattono la testa uccelli imprigionati, come brutti pensieri. Ecco, questa è la tua casa, non quella che vedi dal di fuori, con le finestre, il portone e l’edera sul muro.”

Stefano Benni
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