“Il paese di Verulengo si estende come un serpente in provincia di Verona, lungo la strada provinciale 9a."Incipit.”

Fabrizio Valenza

Fabrizio Valenza - “Il paese di Verulengo si estende...” 1

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“Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole; ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare.”

Lev Tolstoj
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“Ma il coraggio era anche quello. Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.”

Giorgio Faletti
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“PIOGGIACantava al buio d’aia in aia il gallo.E gracidò nel bosco la cornacchia:il sole si mostrava a finestrelle.Il sol dorò la nebbia della macchia,poi si nascose; e piovve a catinelle.Poi tra il cantare delle raganelleguizzò sui campi un raggio lungo e giallo.Stupìano i rondinotti dell’estatedi quel sottile scendere di spille:era un brusìo con languide sorsatee chiazze larghe e picchi a mille a mille;poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:di stille d’oro in coppe di cristallo.”

Giovanni Pascoli
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“Sherlock Holmes prese il suo flacone dall'angolo della mensola del caminetto e la sua siringa ipodermica da un elegante astuccio di marocchino. Con le sue dita lunghe e nervose infilò l'ago sottile e arrotolò la manica sinistra della camicia. Per un po', osservò pensoso l'avambraccio muscoloso e il polso, costellati di innumerevoli segni di punture. Alla fine, infilò con gesto deciso la siringa, premette il pistone e si abbandonò nella poltrona di velluto con un lungo sospiro di soddisfazione.[...]«Cos'è oggi», gli chiesi, «morfina o cocaina?»[...]«Cocaina», rispose, «soluzione al sette per cento. Vuole provarla?»”

Arthur Conan Doyle
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“Nel sole di marzo, mentre era seduto su una catasta di ceppi di faggio che scricchiolavano per il caldo, avvenne che egli pronunciasse per la prima volta la parola «legno». Aveva già visto il legno centinaia di volte, aveva sentito la parola centinaia di volte. La capiva anche, infatti d'inverno era stato mandato fuori spesso a prendere legna. Ma il legno come oggetto non gli era mai sembrato così interessante da darsi la pena di pronunciarne il nome. Ciò avvenne soltanto quel giorno di marzo, mentre era seduto sulla catasta. La catasta era ammucchiata a strati, come una panca, sul lato sud del capannone di Madame Gaillard, sotto un tetto sporgente. I ceppi più alti emanavano un odore dolce di bruciaticcio, dal fondo della catasta saliva un profumo di muschio, e dalla parete d'abete del capannone si diffondeva nel tepore un profumo di resina sbriciolata.Grenouille era seduto sulla catasta con le gambe allungate, la schiena appoggiata contro la parete del capannone, aveva chiuso gli occhi e non si muoveva. Non vedeva nulla, non sentiva e non provava nulla. Si limitava soltanto ad annusare il profumo del legno che saliva attorno a lui e stagnava sotto il tetto come sotto una cappa. Bevve questo profumo, vi annegò dentro, se ne impregnò fino all'ultimo e al più interno dei pori, divenne legno lui stesso, giacque sulla catasta come un pupazzo di legno, come un Pinocchio, come morto, finché dopo lungo tempo, forse non prima di una mezz’ora, pronunciò a fatica la parola «legno». Come se si fosse riempito di legno fin sopra le orecchie, come se il legno gli arrivasse già fino al collo, come se avesse il ventre, la gola, il naso traboccanti di legno, così vomitò fuori la parola. E questa lo riportò in sé, lo salvò, poco prima che la presenza schiacciante del legno, con il suo profumo, potesse soffocarlo. Si alzò a fatica, scivolò giù dalla catasta, e si allontanò vacillando come su gambe di legno. Per giorni e giorni fu preso totalmente dall'intensa esperienza olfattiva, e quando il ricordo saliva in lui con troppa prepotenza, borbottava fra sé e sé «legno, legno», a mo' di scongiuro.”

Patrick Suskind
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