“Continuò a essere così, anche quando il corpo cominciò a inviargli i primi segnali di allarme, perché aveva sempre avuto la salute di ferro della gente cagionevole.”
“Seduto al bar con lei non ero riuscito a dire praticamente nulla. Nemmeno che avevo il suo guanto a casa. Avrei voluto chiederle il numero di telefono, l'e-mail, ma non ne avevo il coraggio. Lei mi aveva invitato a bere un caffè prima di partire, come se volesse chiudere, con me, una fase della sua vita. È solo che, quando capisci che è tardi, faresti di tutto per recuperare. In realtà, ho sempre avuto paura di disturbare. Come da piccolo, in casa d'altri, quando mi chiedevano se volevo un bicchiere d'acqua, anche se avevo sete rispondevo: "No, grazie". Quando qualcuno mi offriva qualcosa, prima ancora che finisse la frase avevo già detto di no. Nella vita ho sempre avuto paura di essere di peso, di essere una scocciatura. Questa è una vera fregatura.”
“Sai la favola del pipistrello?Gli uccelli e le bestie erano in guerra. Quando stavano vincendo gli uccelli, il pipistrello diceva di essere un uccello, perché sapeva volare. Quando vincevano le bestie, il pipistrello diceva di essere una bestia, perché aveva i denti. Per questo il pipistrello non si fa vedere di giorno. Nessuno vuole guardare le sue due facce. (Pag. 614, "Il falò delle vanità")”
“Non era stato coraggioso, restando lì fermo a farsi pungere - disse Coraline al gatto. - Non era stato coraggioso perché non aveva avuto paura: quella era l'unica cosa che potesse fare. Ma quando era tornato a riprendersi gli occhiali, sapendo che lì c'erano le vespe, aveva avuto veramente paura. Quello era stato vero coraggio. - Mosse il primo passo lungo il corridoio. Sentiva odore di chiuso, di polvere e di umidità. Il gatto avanzata lentamente accanto a lei. - E perché mai? - le domandò il gatto, con un tono che rivelava scarso interesse. - Perché - disse Coraline - quando hai paura di qualcosa, ma la fai comunque, quello è coraggio.”
“Quando tutto è stato approntato con grande fatica, e l'ora è giunta, il sultano viene destato nel cuore della notte; l'accetta affilata che dovrà separare la fune del grande cerchio di ferro è messa nella sua mano, con quella egli colpisce, la fune è tagliata e il soffitto cade. Così avvenne per me. Tutto il lavorìo recente e remoto che aveva teso a questo scopo era ormai compiuto: in un istante il corpo fu inferto, e il tetto della mia fortezza mi cadde addosso.”
“Non si pone come regola, non si prescrive di essere casti; la castità è di per sé un ideale, o a dirla in breve una delle sue condizioni. E un ideale è davvero ideale soltanto quando la sua effettuazione è possibile soltanto nell'idea, nel pensiero; quando il suo raggiungimento ha davanti a sé l'infinito, cioè quando sono infinite le possibilità di effettuarlo. Perché se un ideale non soltanto potesse essere raggiunto, ma anche potessimo immaginarci di raggiungerlo, cesserebbe di essere ideale.(dal post-scriptum dell'autore)”