“Anche in questo siamo uguali. L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco.Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia.Io no. Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai.""E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?""Io uccido...”

Giorgio Faletti

Giorgio Faletti - “Anche in questo siamo uguali. L'unica...” 1

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“Tu, tu che non vuoi ch'io mi renda conto della tua posizione, e hai la vanità di mantenere a me la mia; tu che, conservandomi il lusso nel quale vivevo, conservi la distanza morale che ci separa; tu, infine, che non giudichi il mio affetto abbastanza disinteressato per dividere con me quello che possiedi, e basterebbe a vivere insieme felici, mentre preferisci rovinarti, schiavo di un pregiudizio ridicolo. E credi tu davvero ch'io possa paragonare una carrozza e alcuni gioielli col tuo amore? E che il mio bene consista in vanità che accontentano quando non si ha amore per nulla, ma diventano subito meschine quando si ama? Tu pagherai i miei debiti, impegnerai il tuo patrimonio e insomma mi manterrai! Quanto potrà durare tutto ciò? Due o tre mesi, e sarà troppo tardi allora vivere come ti propongo, perché allora tu dovrai accettare tutto da me, ciò che un gentiluomo non può fare. Oggi invece, con i tuoi otto o diecimila franchi di rendita, possiamo vivere. Io venderò il mio superfluo, e da questa sola vendita ricaverò duemila franchi di reddito. Affitteremo un bell'appartamento per tutti e due. L'estate andremo in campagna, non in una casa con questa, ma in una casetta che basti a due persone. Tu sei indipendente, io libera, e siamo giovani: in nome di Dio, Armando, non ricacciarmi nella vita che fui costretta a condurre un giorno.”

Alexandre Dumas-fils
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“Mia cara, il tuo piccolo cuore è ferito; non giudicarmi crudele perché obbedisco all’irresistibile legge della mia forza e della mia debolezza. Se il tuo piccolo cuore è ferito, anche il mio sanguina con il tuo. Nell’estasi della mia grande umiliazione, io vivo nella tua calda vita e tu morirai.., morirai dolcemente.., nella mia vita. Non posso farne a meno; come io mi avvicino a te, così tu, a tua volta, ti accosterai ad altri, e capirai l’estasi di questa crudeltà che è sempre amore; così, per ora, non cercare di sapere più niente di me e di te, ma abbi fiducia in me con tutta la tua anima appassionata».”

Joseph Sheridan Le Fanu
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“Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare. ”

Alessandro Baricco
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“«Ma lo scempio... Lo scempio del Paese che tu mi hai mostrato dando la parola agli stracci di un sopravvissuto, quello scempio non avverrà se accetterò il tradimento consegnando la mia anima a quei miseri congiurati che non sapranno cosa farne, così della mia anima come del mio corpo perché troppo ingombranti?»«No, questo non è in mio potere prometterlo. Il male è necessario. La storia dell'umanità non esisterebbe se non esistesse il male.»«Sei tu il male?»«Evvia, professore, credi duqnue ancora a questa vecchia panzana da sacrestia?»«E chi è, dunque, il male?»«Non posso risponderti. Mi è già costato troppo farlo la prima volta. Ci ho rimesso letteralmente le penne, come si suol dire.»«Non ti credo. Non voglio crederti. Tu bestemmi. Io credo al bene. Io sono il bene. Io morirò, ma non per mia mano, perché io sono il bene.»”

Ferruccio Parazzoli
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“-La tua stessa coscienza ti dice che non sei più quello che eri, io invece sono rimasta la stessa, e mi rendo conto che tutto quello che ci prometteva felicità quando avevamo gli stessi sentimenti è diventato presagio d'infelicità ora che siamo diversi.Quanto sovente e con quanta pena abbia pensato ciò non voglio dirtelo.E' sufficiente che vi abbia pensato e che sia in grado ora di renderti la tua libertà. -Te l'ho forse mai chiesta?-A parole no, mai.- E in quale modo allora?-Mutando il tuo carattere, il tuo umore, la tua atmosfera di vita, le tue speranze, tutto ciò che rendeva il mio amore bello ai tuoi occhi. Se nulla mai ci fosse stato fra di noi, dimmi, mi sceglieresti ancora, cercheresti ancora di conquistarmi? Oh no, certo!”

Charles Dickens
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