“Era andata via, esasperata. Ora lo detestava. Quella mancanza di puntualità al convegno le pareva un oltraggio, e cercava anche altre ragioni per staccarsi da lui; era incapace di eroismo, debole, banale, più molle di una donna, e anche avaro, e pusillanime.Poi, calmandosi, finì per scoprire che lo aveva calunniato, certo. Ma la denigrazione delle persone amate contribuisce pur sempre a staccarci un poco da loro. Non bisogna toccare gli idoli: la doratura resta sulle dita.”
“Se lui avesse potuto dire il suo nome ancora una volta, a voce così bassa da poterla sentire invece che ascoltarla.Se lo avesse fatto, così piano da non permettere alla veglia di ricordarle perché quel suono non poteva più renderla felice.Se solo non avesse mai smesso di piovere.Eloise, sei sveglia?Sì, e non voglio.Sotto la mano il cuscino era fresco e morbido, negli spazi tra le sue dita se ne insinuavano altre, calde e dure perché abituate a riempire di lusinghe l'elsa di una spada, non solo la pelle di una donna. Prendeva la sua una mano fatta per accarezzare e per uccidere.Una mano che l'aveva accarezzata, e poi uccisa.«Axel».Forse c'era stato uno scatto di esultanza profonda, perché ridestandosi aveva pronunciato per prima cosa il suo nome.Qualcosa che aveva a che fare col possesso e il riconoscimento.Qualcosa di così profondo che, se non si fosse opposta, avrebbe finito per precipitarvi dentro.Qualcosa che tra loro due era sempre esistito.L'aveva accarezzata.A quanto le avevano raccontato, lui era stata la prima cosa del mondo su cui aveva aperto gli occhi. Un fagottino di neonata, avvolta tra le braccia di un bambinetto di tre anni appena, che sollevava di colpo le palpebre incontrando per la prima volta due occhi blu pieni di amore e trionfo fissi su di lei.E poi uccisa.Una cicatrice che si risvegliava pulsando, lo spettro di dolore di un arto amputato, che esisteva solo nel ricordo dei nervi e bruciava, bruciava come fuoco.Lui era sete, tanta da accettare di annegare pur di riuscire a bere.«Axel».«Sono qui».”
“Ged issò la vela. Tutto aveva l'aria di essere stato usato a lungo, faticosamente, sebbene la vela rossocupa fosse rattoppata con grande cura e la barca fosse pulita e ben tenuta. erano come il loro padrone: erano andate lontano, e la vita non le aveva trattate con dolcezza.— Ora — disse Ged, — ora siamo partiti, ora siamo liberi, siamo andati, Tenar. Lo senti anche tu?Lei lo sentiva. Una mano tenebrosa aveva allentato la stretta che aveva serrato il suo cuore per tutta la vita. Ma non provava più gioia, come l'aveva provata invece tra le montagne. Abbassò la testa tra le braccia e pianse, e le sue guance erano umide e salmastre. Piangeva per lo spreco dei suoi anni, asserviti a un male inutile. Piangeva di dolore, perché era libera.Aveva incominciato ad apprendere il peso della libertà. La libertà è un fardello oneroso, un grande e strano fardello per lo spirito che se l'addossa. Non è agevole. Non è un dono ma una scelta, e la scelta può essere dura. La strada sale, verso la luce: ma il viandante oberato può anche non raggiungerla mai.”
“Quella prima notte, il giorno dell'arrivo di Sophie Mol, Velutha guardò la sua amante che si rivestiva. Quando fu pronta, Ammu si accovacciò di fronte a lui. Lo toccò leggermente con le dita e lasciò una traccia di pelledoca sulla pelle. Come un gesso morbido sulla lavagna. Come la brezza in una risaia. Come le scie dei jet in un cielo celeste da chiesa. Lui le prese il viso tra le mani e lo attirò verso il suo. Chiuse gli occhi e le annusò la pelle. Ammu rise.Sì, Margaret, pensò. Lo facciamo anche fra noi.Baciò gli occhi chiusi di Velutha e si alzò. Velutha, con la schiena appoggiata al mangostano, la guardò andar via. Aveva una rosa secca tra i capelli.Si girò per dirlo un'altra volta: "Naaley".Domani.”
“«Vedrai» continua Samuel in preda al delirio, « un giorno avrai uno,due figli, o anche di più, non ho tempo per contarli adesso. Ma dovrai chiedergli un favore da parte mia, dovrai dirgli che si tratta di una cosa molto importante. Una promessa che loro padre ha fatto tanto tempo fa, in un passato che non esiste più. Perché un giorno questo passato di guerra non esisterà più. vedrai Jeannot.Dirai ai tuoi figli di raccontare la nostra storia, nel loro mondo libero. Gli parlerai della nostra lotta. Gli insegnerai che su questa terra niente conta più di quella puttana della libertà, sempre pronta a vendersi al miglior offerente. Perchè quella cagna ama l’amore degli uomini e fuggirà sempre da quelli che vogliono incatenarla, e regalerà la vittoria a chi la rispetta senza pretendere di farla sua.»”
“Amavo moltissimo la mia Ceinwyn. Anche ora, dopo anni, sorrido quando la penso; a volte, di notte, mi sveglio con le lacrime agli occhi e so di averle versate per lei. Il nostro amore era nato in una vampata di passione e i saggi dicono che simili passioni si spengono sempre, ma la nostra non se era spenta: si era mutata in un amore intenso e duraturo.”