“La nascita e la morte degli esseri umani non sono semplici eventi naturali,ma sono connesse a un mondo in cui singoli individui - uniche, insostituibili e irripetibili entità - appaiono o da cui scompaiono. La morte e la nascita presuppongono un mondo che non è in costante movimento,ma la cui durevolezza e relativa permanenza rendono possibili l'apparizione e la scomparsa, un mondo esistente prima che un qualsiasi individuo vi facesse la sua apparizione e che sopravviverà quando infine scomparirà.”
“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.”
“E questo è ancora oggi per me uno degli aspetti più affascinanti dell'andare per mare: il fatto che, comunque la barca è un piccolo mondo nelle nostre mani e noi, anche se a volte non lo sappiamo, possiamo gestirlo in maniera completamente autonoma; ciò significa che quando c'è un problema nuovo non dobbiamo fare altro che affrontarlo e troveremo sicuramente prima o poi la nostra soluzione. Questa è la ragione per cui su una barca a vela siamo tutti apprendisti: le esperienze infatti ci insegnano continuamente nuove cose e le esperienze sono sempre così numerose che l'importante è acquisire un atteggiamento positivo. ”
“La fatica e la pena", per ottenere i beni necessari alla vita, e il piacere di "incorporarli" sono così strettamente legati assieme nel ciclo biologico che la perfetta eliminazione della pena e dello sforzo del lavoro non solo spoglierebbe la vita biologica dei suoi piaceri più naturali, ma priverebbe la vita specificamente umana della sua stessa vivacità e vitalità. La condizione umane è tale che la pena e lo sforzo non sono semplici sintomi, che possono essere rimossi senza cambiare la vita stessa; sono piuttosto modi in cui la vita, insieme con la necessità cui è legata, si fa percepire. Per i mortali, la "facile vita degli dei" sarebbe una vita senza vitalità.”
“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”
“Lui e la sua barca hanno visto di tutto: il mare veramente brutto, quando Dio s'incazza, e quei lunghi, rossi tramonti mediterranei in cui l'acqua è uno specchio e la pace del mondo è la tua pace, e ti rendi conto di essere una goccia in un mare eterno.”