“E cominciai ad accorgermi che essere soli è una cosa molto triste.Essere soli è come, in una sera quando diluvia, stare fermi alla foce di un grande fiume e guardare un‟enorme massa d‟acqua gettarsi nel mare. Sei mai stato fermo alla foce di un grande fiume a guardare l‟acqua che si getta nel mare?”
“Se si trattasse solo di essere solo di essere avvolta da questo fumo, perdere coscienza e morire, in un attimo, non avrei nessunissima paura. Una bella differenza con altre morti che ho visto, come quella di mia madre o di altri parenti. Nella nostra famiglia si ammalano tutti di gravi malattie e muoiono soffrendo da cani. Forse è una cosa ereditaria. Ci mettono un tempo incredibile a morire. Al punto che verso la fine non si rendono conto nemmeno loro se sono vivi o morti. Quel po' di coscienza che gli resta serve solo a provare dolore e sofferenza.Midori si mise una sigaretta tra le labbra e la accese.- Quello di cui ho paura, è una morte di questo tipo. L'ombra della morte si insinua piano piano nel territorio della vita e comincia a corroderlo, e quando me ne accorgo sono già nel buio, non riesco a vedere più niente, e la gente intorno a me pensa che io sia più vicina alla morte che alla vita. È una situazione come questa, che temo. Non la potrei mai sopportare.”
“Smettila di tormentarti tanto. Ogni cosa segue comunque il suo corso, e per quanto uno possa fare del suo meglio, a volte è impossibile evitare che qualcuno rimanga ferito. È la vita. Faccio un po' il grillo parlante ma è ora che tu cominci a imparare certi meccanismi della vita. A volte tu ti sforzi troppo di adattare la vita ai tuoi meccanismi. Se non vuoi finire anche tu in una clinica psichiatrica cerca di essere un po' più aperto e di abbandonarti di più alla vita così come viene. Anche una donna debole e imperfetta come me ogni tanto arriva a rendersi conto di quanto meravigliosa sia la vita.”
“Quello che voglio dire è che una condizione del genere dopo un po' diventa cronica. La ferita è riassorbita nella quotidianità e non ci si ricorda più dov'è. Ma rimane. Non è una cosa che si può tirare fuori e mostrare. Se si può, vuol dire che è una ferita da poco.”
“Nel mondo ci sono persone che amano sapere tutto sulle tabelle orarie, e passano intere giornate a confrontarle. O gente a cui piace fare costruzioni coi fiammiferi, capace di costruire navi di un metro fatte tutte di fiammiferi. Allora che c'è di strano se nel mondo c'è uno che è interessato a capire te?”
“Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord. La spiaggia. E il mare. Potrebbe essere la perfezione immagine per occhi divini mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore. Il cavalletto è ancorato con corde sottili a quattro sassi posati nella sabbia. Oscilla impercettibilmente al vento che sempre soffia da nord. L'uomo porta alti stivali e una grande giacca da pescatore. Sta in piedi, di fronte al mare, rigirando tra le dita un pennello sottile. Sul cavalletto, una tela.”
“E imparai, con umiltà e fatica, ma imparai quello che dovevo fare, e che sarebbe stato ovvio per un bambino: la vita non è altro che un susseguirsi di tante piccole vite, vissute un giorno alla volta. Si dovrebbe trascorrere ogni giorno cercando la bellezza nei fiori e nella poesia e parlando con gli animali. E nulla può essere migliore di un giorno colmo di sogni e di tramonti e di brezze leggere. Imparai soprattutto che la vita è sedere su una panchina sulla riva di un fiume antico, con la mia mano posata sul suo ginocchio e a volte, nei momenti più dolci, innamorarmi di nuovo.”