“... Posai il mio cuscino sul terzo gradino dal basso, mi sedetti, presi il cappello e vi misi dentro la sigaretta: non proprio nel mezzo e non in un angolo, proprio così come se vi fosse stata gettata dall’alto e cominciai a cantare: “Il povero Papa Giovanni…”. Nessuno badava a me, non sarebbe neppure stato un bene: dopo una, due, tre ore avrebbero pur cominciato ad accorgersi di me. Interruppi la mia strofa quando udii la voce al microfono che annunciava un treno da Amburgo… Allora andai avanti. Mi spaventai quando la prima moneta cadde nel cappello: era un soldo, colpì la sigaretta, la sospinse troppo da parte. La rimisi al posto giusto e ripresi a cantare.”

Heinrich Böll

Heinrich Böll - “... Posai il mio cuscino sul terzo...” 1

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“ “Anni fa era il più bel lago di Whistle stop. D’estate ci venivamo a nuotare e pescare e ci si poteva anche fare un giro in barca, volendo.” Idgie scosse tristemente la testa. “Sapesse quanto mi manca!”Smokey guardò il prato.“Come mai non c’è più? Si è prosciugato?”Lei accese una sigaretta e glie la porse. “Peggio. Un novembre, un enorme stormo di anatre, almeno una quarantina, andarono a posarsi proprio in mezzo al lago e nel pomeriggio, mentre nuotavano tranquillamente, successe quella cosa strana. La temperatura scese di colpo e l’acqua si ghiacciò. Divenne solida come pietra nel giro di tre secondi. Uno, due, tre. Così”Smokey la guardò stralunato. “Dice sul serio?” “Certo!”“Le anatre saranno morte.”E’ questo il punto. Non morirono, ma volarono via e portarono con sé il lago. E adesso il nostro lago sarà da qualche parte in Gerogia…”Lui si girò a guadarla e, quando capì che stava scherzando, raggrinzì gli occhi celesti e cominciò a ridere così forte che gli venne da tossire e lei dovette dargli una botta sulla schiena. ”

Fannie Flagg
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“Io? Io amo la vecchia troia così com'è e mi piace pensare di esser pronto ad accogliere anche il peggio che essa abbia da offrirmi. Io veramente adoro la vita, e se non posso raggiungerla in faccia, lascio andare il mio bacio un poco più in basso.”

Saul Bellow
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“Senza l'aiuto del computer e dell'elettronica la noia era il miglior amico che avevamo e non era così ripetitivo come la sequenza di un videogioco. Bisognava arrangiarsi da sé, visto che non era un problema dei tuoi genitori se passavi un intero pomeriggio in casa a ritagliare bambole di carta o a guardare le gocce di pioggia che rimbalzavano sul vetro. La noia portava consiglio e aguzzava l'ingegno. Con lo sguardo fisso sul nulla io proiettavo sulla finestra che dava sul cortile svariate fantasie futuribili: era un po' come stare al cinema, ma il film era la mia biografia ancora da girare.”

Serena Dandini
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“...Ora leggo di una nuova malattia che ho da sempre. E' quella di chi entra in un negozio, in un ufficio pubblico, al ristorante, e nessuno sembra accorgersi di lui, tutti gli passano davanti, quando è il suo turno lo sportellista guarda il vuoto e apprende il cartello "chiuso", il cameriere corre se chiunque alza un dito, ma non verrà mai da lui neanche se salirà coi piedi sul tavolo a sbracciarsi e gridare. La chiamano "sindrome dell'invisibilità involontaria". e mi consola un po'. Credevo di essere molto più semplicemente una nullità come tutti.”

Tiziano Sclavi
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“Dentro la palla di neve sulla scrivania di mio padre c'era un pinguino con una sciarpa a righe bianche e rosse. Quando ero piccola papà mi metteva seduta sulle sue ginocchia e prendeva in mano la palla di neve. La capovolgeva perché la neve si raccogliesse tutta in cima, poi con un colpo secco la ribaltava. E insieme guardavamo la neve che fioccava leggera intorno al pinguino. Il pinguino è tutto solo, pensavo, e mi angustiavo per lui. Lo dicevo a papà e lui mi rispondeva: "Non ti preoccupare, Susie, sta da re. È prigioniero di un mondo perfetto".”

Alice Sebold
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