“Ma, quando andavo ad allenarmi, passavo per le strade correndo e nessuno poteva immaginare il mondo di parole che portavo con me. Correre è stare assolutamente soli. Lo so da sempre: nella solitudine mi è impossibile sfuggire a me stesso. Subito dopo i primi passi intorno a me si innalzano mura nere. inoffensivo, il mondo si allontana. Mentre corro, rimango fermo dentro di me, e aspetto. Sono finalmente alla mia mercé. All'inizio, avevo tredici anni e correvo perché avevo trovato il silenzio di una pace che ritenevo non appartenermi. Non sapevo ancora che era soltanto il riflesso della mia stessa pace. poi, quando la vita si complicò, era troppo tardi per riuscire a fermarsi. Correre faceva parte di me come il mio nome. Fu allora che imparai a correre contro le parole dentro di me, nello stesso modo in cui imparai a correre contro il vento.”