“[...] era un viso indimenticabile, un viso tragico. Sgorgava dolore con la stessa purezza, naturalezza e inarrestabilità con cui sgorga l'acqua da una sorgente nei boschi. Non c'era artificio in esso, né ipocrisia, né isterismo, né maschera; soprattutto non c'era la minima traccia di pazzia. La pazzia era nel mare vuoto, nel vuoto orizzonte, [...]; come se la sorgente fosse stata naturale in sé ma innaturale in quanto sgorgava da un deserto.”
“Te lo ricordi com'era, sudare sotto le coperte, da bambini? La febbre è una cosa segreta. È come cadere in un buco dove nessuno può seguirti, ma non provi né paura né dolore perché non ti senti neanche te stesso. Io adoro raggomitolarmi nel sudore.”
“...ma Anne, con la sua raffinata intelligenza e la sua dolcezza, virtù che avrebbero dovuto collocarla molto in alto nella stima di chiunque fosse dotato di giudizio, non era nessuno né per il padre né per la sorella. La sua parola non aveva alcun valore, le sue esigenze erano sempre considerate poco importanti; era soltanto Anne”
“E quel pensiero bastò a fissarti nel mio cielo, da dove, come una stella fissa, non potrai tramontare, se non con la mia stessa fine”
“Nel secolo decimonono, l'idea religiosa subisce una crisi: si disimparano alcune cose, il che è bene, a patto che, disimparando questo, si impari quello. Nessun vuoto, nel cuore umano! Si fanno talune demolizioni ed è bene; ma a condizione che siano seguite da ricostruzioni. Nel frattempo, studiamo le cose che non son più. E' necessario conoscerle, non fosse che per evitarle. Le contraffazioni del passato prendono falsi nomi e si chiaman volentieri l'avvenire; quel fantasma ch'è il passato è soggetto a falsificare il suo passaporto. Mettiamoci a conoscenza del tranello e diffidiamo. Il passato ha un viso, la superstizione, ed una maschera, l'ipocrisia: denunciamo il viso e strappiamo la maschera.”
“Senza l'aiuto del computer e dell'elettronica la noia era il miglior amico che avevamo e non era così ripetitivo come la sequenza di un videogioco. Bisognava arrangiarsi da sé, visto che non era un problema dei tuoi genitori se passavi un intero pomeriggio in casa a ritagliare bambole di carta o a guardare le gocce di pioggia che rimbalzavano sul vetro. La noia portava consiglio e aguzzava l'ingegno. Con lo sguardo fisso sul nulla io proiettavo sulla finestra che dava sul cortile svariate fantasie futuribili: era un po' come stare al cinema, ma il film era la mia biografia ancora da girare.”