“Per il candore e la semplicità della sua vita, c'è chi lo giudica un angelo; è una pietosa esagerazione, poiché non c'è uomo che sia esente da colpa.”

Jorge Luis Borges

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“La morte (o la sua allusione) rende preziosi e patetici gli uomini. Questi si commuovono per la loro condizione di fantasmi; ogni atto che compiono può esser l'ultimo; non c'è volto che non sia sul punto di cancellarsi come il volto d'un sogno. Tutto, tra i mortali, ha il valore dell'irrecuperabile e del casuale. Tra gl'Immortali, invece, ogni atto (e ogni pensiero) è l'eco d'altri che nel passato lo precedettero, senza principio visibile, o il fedele presagio di altri che nel futuro lo ripeteranno fino alla vertigine. Non c'è cosa che non sia come perduta tra infaticabili specchi. Nulla può accadere una sola volta, nulla è preziosamente precario. Ciò ch'è elegiaco, grave, rituale, non vale per gli Immortali.”


“Considerai anche che nei linguaggi umani non c'è proposizione che non implichi l'universo intero; dire la tigre è dire le tigri che la generarono, i cervi e le testuggini che divorò, il pascolo di cui si alimentarono i cervi, la terra che fu madre del pascolo, il cielo che dette luce alla terra.”


“Non c'è nulla di antico sotto il sole.Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.Chi legge le mie parole sta inventandole.”


“Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.”


“...vidi i resti atroci di quanto deliziosamente era stata Beatriz Viterbo, vidi la circolazione del mio oscuro sangue, vidi il meccanismo dell'amore e la modificazione della morte, vidi l'Aleph, da tutti i punti, vidi nell'Aleph la terra, e nella terra di nuovo l'Aleph e nell'Aleph la terra, vidi il mio volto e le mie viscere, vidi il tuo volto e provai vertigine e piansi, perché i miei occhi avevano visto l'oggetto segreto e supposto, il cui nome usurpavano gli uomini, ma che nessun uomo ha contemplato: l'inconcepibile universo.”


“...notai che le armature di ferro di plaza Costituciòn avevno cambiato non so quale pubblicità di sigarette; il fatto mi dispiacque, perché compresi che l'incessante e vasto universo già si separava da lei e che quel mutamento era il primo di una serie infinita.”