“La scena sembra succedere all'infinito. Basta chiudere gli occhi e succede di nuovo. Una brezza fresca spinge masse d'ossigeno verso i confini della città addormentata, la pianura respira assorta. Nel piccolo parco sulla strada dell'ippodromo, i rami dei salutu frusciano come indignati.Lui ha diciotto anni. Ha i riccioli scuri. Cammina verso casa al termine di una notte con gli amici. Nella luce appena argentata dell'aurora, si accorge del bagliore blu dei lampeggianti. Quattro persone in divisa gli stanno venendo incontro. La scena sembra succedere all'infinito. Non c'è modo di fermarla o cambiarla. Vorremmo proteggerlo, dirgli di scappare. Sta per essere manganellato e ammanettato e sbattuto a terra fino a quando la sua faccia si farà livida per l'asfissia. La sua vita sta per finire, ormai lo sappiamo, proprio adesso, in mezzo a questa strada. Ma la sua storia più finire in questo mattino?”
“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”
“Al termine di una notte di luna un cane ulula e poi ammutolisce. La luce del fuoco tremola e la sentinella sbadiglia. Un uomo vecchissimo passa silenzioso davanti alle tende, e saggia il terreno con un bastone per accertarsi di non inciampare nelle corde tese. Poi prosegue. La sua gente si trasferisce in una regione più verde. Mosè si reca all'appuntamento con gli sciacalli e gli avvoltoi.”
“Quella prima notte, il giorno dell'arrivo di Sophie Mol, Velutha guardò la sua amante che si rivestiva. Quando fu pronta, Ammu si accovacciò di fronte a lui. Lo toccò leggermente con le dita e lasciò una traccia di pelledoca sulla pelle. Come un gesso morbido sulla lavagna. Come la brezza in una risaia. Come le scie dei jet in un cielo celeste da chiesa. Lui le prese il viso tra le mani e lo attirò verso il suo. Chiuse gli occhi e le annusò la pelle. Ammu rise.Sì, Margaret, pensò. Lo facciamo anche fra noi.Baciò gli occhi chiusi di Velutha e si alzò. Velutha, con la schiena appoggiata al mangostano, la guardò andar via. Aveva una rosa secca tra i capelli.Si girò per dirlo un'altra volta: "Naaley".Domani.”
“Lo aveva accolto nella sua vita senza riserve. Non gli aveva chiesto rinunce. Gli aveva aperto la casa, l’ufficio, perfino le carte del lavoro. Un altro, al posto suo, e soprattutto lui stesso, pensava, avrebbe fatto i salti di gioia. Invece Livio si sentiva privato di una cosa importante. Ad ogni incontro con lei si accorgeva di dipendere un altro po’ dalla sua bocca chiusa, da quel secondo posto accettato con naturalezza. Come se la certezza che l’assetto della sua vita non fosse minacciato da Dorina, invece di rassicurarlo, gli mettesse dentro l’inquietudine. Quante volte, nel salutarla per andarsene, la guardava cercandole uno straccio di rancore. Quanto avrebbe dato per un’alzata di sopracciglia, una smorfia da niente. Per non sentirsi addosso quella ridicola infelicità.”
“La mia vita è la storia dei tentativi che ho fatto di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.”