“Noi eravamo la gente di cui non si parlava nei giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà.Vivevamo tra gli interstizi di storie altrui.”

Margaret Atwood

Margaret Atwood - “Noi eravamo la gente di cui non si...” 1

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“...e forse la più grande rabbia e la più grande frustrazione non sono la miseria, la disoccupazione o la mancanza di avvenire: la rabbia e la frustrazione derivano invece della sensazione di non appartenere a nessuna cultura perchè sei lacerato tra culture diverse, tra simboli incompatibili.-Sui ragazzi che bruciavano le macchine nei sobborghi di Parigi- ”

Barbery Muriel
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“Niente a Soreni era sbeffeggiato e tenuto ai margini quanto uno stupido, perché se l'astuzia, la forza e l'intelligenza si potevano vincere ad armi pari, la stupidità non aveva peggior nemico di se stessa, e la sua fondamentale imprevedibilità la rendeva pericolosa negli amici più ancora che nei nemici.”

Michela Murgia
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“(Non è divertente?)Quando eravamo ragazzi distesi sull’erba a pancia in giù parlavamo spesso di come ci sarebbe piaciuto morire. Ed eravamo tutti d’accordo su una cosa: ci sarebbe piaciuto morir scopando(E nessuno di noi aveva mai scopato fino allora). Ora che non siamo più bambini pensiamo di più a come non morire. E anche se siamo pronti molti di noi preferirebbero farlo da soli sotto le lenzuola. Ora che la maggior parte di noi ha fottuto via la propria vita.”

Charles Bukowski
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“Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quello che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.Così per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti; e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.”

Primo Levi
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“Della ricchezza non ci importa nulla.Del potere non ci importa nulla.Di voi ricchi potenti famosi signori dell’economia e della politica e della cultura, di tutti voi vincenti non c’importa nulla.E state pur certi che non tenteremo di rubarvi il posto, non tenteremo di portarvi via il pane d’oro, state pur certi che delle vostre grandi cose non desideriamo nulla.Perché sempre di più, e sempre più spesso, noi andiamo alla ricerca dei secondi, dei minuti, delle ore lente. Sempre di più desideriamo il vuoto, la leggerezza, la pace d’un soffio di vento che giunge da lontano e che va lontano.A voi ricchi potenti famosi signori, a tutti voi, lasciamo volentieri questo mondo qui.Noi ci prendiamo tutto il resto, noi ci prendiamo la vita.”

Massimiliano Santarossa
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