“L'avevo messo là dentro senza riflettere, poiché avevo immaginato che sarebbe stato particolarmente comodo averlo lì dentro. E ora, il pensiero che era lì, così a portata di mano e tanto vicino eppure irraggiungibile peggiorava la situazione e la rendeva insopportabile. Già, la cosa che non si può avere è la cosa che più si desidera; tutti lo sanno.”
“Sessanta donne crocifisse!”Che uomo stupido, privo di tatto! La Cristianità rabbrividirà con orrore alla notizia.“Profanazione del simbolo sacro.” Questo è quanto griderà la Cristianità. Sì, la Cristianità si agiterà. Può sentirmi accusato di mezzo milione di omicidi l’anno per vent’anni e mantenere la sua compostezza, ma profanare il Simbolo è tutt’altra storia. Lo considererà un fatto grave. Si sveglierà e vorrà dare un’occhiata al mio passato. Agitarsi? Lo farà senz’altro, mi sembra già di sentire un lontano brusio… È stato un errore crocifiggere le donne, chiaramente un errore, palesemente un errore, ora me ne accorgo anch’io, e mi dispiace che sia accaduto, davvero mi dispiace. Credo che sarebbe stata una risposta altrettanto buona scorticarle vive…[Con un sospiro] Ma nessuno di noi ci ha pensato; non si può pensare a tutto; e in fondo, tutto sommato, errare non è che umano.”
“Una di queste giovani madri non era che una ragazzina e mi fece male al cuore leggere quella sofferenza e pensare che scaturiva dall’animo di una bambina, un animo che non avrebbe dovuto ancora conoscere il dolore, ma soltanto la gioia del mattino della vita.”
“Se c'è una cosa che non mi manca è il tempo.- Davvero ne hai tanto?- Tanto che mi piacerebbe dartene un po', e farti dormire lì dentro.”
“Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”
“Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare. ”
“Attraverso le inferriate della sua individualità, l’uomo fissa senza speranza le mura di cinta delle circostanze esteriori, finché arriva la morte e lo richiama a casa, alla sua libertà… Individualità! Ah, quello che si è, che si può e che si ha, sembra povero, grigio, modesto e noioso; ma quello che non si è, non si può e non si ha, è proprio quello che guardiamo con invidia struggente, che diventa amore per paura che diventi odio. Io porto in me il germe, la radice, la possibilità per tutte le attitudini e le attività di questo mondo… Dove potrei essere, se non fossi qui? Chi, che cosa, come potrei essere se non fossi me stesso, se questa mia persona non mi chiudesse, se non separasse la mia conoscenza da tutti coloro che sono me! L’organismo! Cieca, sconsiderata, deplorevole eruzione dell’incalzante volontà! Meglio, per davvero, che questa volontà si liberi nella notte senza spazio e senza tempo, invece di languire in prigione, appena illuminata da una tremula e vacillante fiammella dell’intelletto!”