“Dai, vieni mio albero in fiore, stasera spegneremo la luce e sui tuoi boccioli poserò gli occhiali. Con la punta dei rami segnerai la volta celeste e scuoterai il tronco invisibile che sostiene la luna. Nuovi sogni cadranno ai nostri piedi come neve tiepida. Pianterai a terra le tue radici a forma di tacchi a spillo, che faranno saldamente presa. Lascia che mi arrampichi sul tuo cuore di bambù, voglio dormire accanto a te.”

Mathias Malzieu

Mathias Malzieu - “Dai, vieni mio albero in fiore...” 1

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“-La tua stessa coscienza ti dice che non sei più quello che eri, io invece sono rimasta la stessa, e mi rendo conto che tutto quello che ci prometteva felicità quando avevamo gli stessi sentimenti è diventato presagio d'infelicità ora che siamo diversi.Quanto sovente e con quanta pena abbia pensato ciò non voglio dirtelo.E' sufficiente che vi abbia pensato e che sia in grado ora di renderti la tua libertà. -Te l'ho forse mai chiesta?-A parole no, mai.- E in quale modo allora?-Mutando il tuo carattere, il tuo umore, la tua atmosfera di vita, le tue speranze, tutto ciò che rendeva il mio amore bello ai tuoi occhi. Se nulla mai ci fosse stato fra di noi, dimmi, mi sceglieresti ancora, cercheresti ancora di conquistarmi? Oh no, certo!”

Charles Dickens
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“Ricorderò la tua piccola stanza, la sensazione di te, la luce nella finestra, i tuoi dischi, i tuoi libri, il nostro caffè al mattino, i nostri pomeriggi, le nostre notti, i nostri corpi attaccati, il piccolo flusso di energia, immediato e per sempre. Le tue gambe, le mie gambe, le tue braccia, le mie braccia, il tuo sorriso ed il tuo calore quando mi facevi ridere ancora.”

Charles Bukowski
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“Sempre,sempre le strade vanno avanti,su rocce e sotto piante, a costeggiareantri che di ogni luce son mancanti,lungo ruscelli che non vanno al mare,sopra la neve che d'inverno cade,in mezzo ai fiori felici dell'estate,sopra la pietra e prati di rugiadesotto montagne di lune inondate.Sempre,sempre le strade vanno avantisotto le nubi e la volta stellata,ma i piedi incerti,nel cammino errantivolgono infine alla dimora amata.Gli occhi che han visto spade e fiamme ardentied in sale di pietra orrori ignoti,guardano infine i pascoli ridentie gli alberi ed i colli tanto noti”

Tolkein
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“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”

Peter Cameron
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“- E com’è fatto un orobilogio? -- Non si può vedere, è fatto di tante parti insieme che mescolandosi diventano invisibili. Vuoi un esempio? La tua casa, la guardi dal di fuori e dici: questa è la mia casa. Ma la casa ha sotto la cantina, la tinaia buia con le botti, la muffa sulle pareti quell’odore di anni e secoli, ma in quel passato oscuro fermenta il vino e i formaggi maturano. Sopra c’è il granaio, con la farina, le mele, le noci e i pomodori secchi, e ci frullano i topi rosicchioni e i ghiri ladruncoli, lì ci sono le provviste per il futuro. Poi c’è la casa dove abiti, col camino caldo, la cucina che fuma e il cesso che scroscia, e il letto ti accoglie e prepara i sogni, ma anche gli incubi, e le lenzuola gelate d’inverno, e la febbre e le ore che non dormi la notte. E a volte tutto cambia: dal camino entra la notte, le faville dei fantasmi del passato, o la paura di ciò che sta dietro la porta, nella cantina il vino e il buio ti fanno immaginare viaggi e abbordaggi, nel granaio sbattono la testa uccelli imprigionati, come brutti pensieri. Ecco, questa è la tua casa, non quella che vedi dal di fuori, con le finestre, il portone e l’edera sul muro.”

Stefano Benni
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