“Quando un uomo mangia tre pasti al giorno, diventa pericoloso. Per se stesso e per gli altri. Mangiare troppo rende nervosi. Pasti continui e digestioni faticose creano le guerre. Difficilmente i morti di fame combattono tra loro.”

Mauro Corona

Mauro Corona - “Quando un uomo mangia tre pasti al...” 1

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“Ci chiamano usurpatori, loro, che hanno usurpato ogni speranza per ciascuna generazione a venire, loro che tutto prendono senza nulla chiedere. Noi che abbiamo avuto l’ardire di strappar loro un pezzetto di terra per viverci in pace, loro che la terra la vogliono tutta per farci la guerra. Ci chiamano usurpatori, senza ricordare che i primi usurpatori sono loro, loro che hanno commesso il peccato maggiore, quel peccato che noi cerchiamo di accomodare. Loro hanno strappato la terra alla terra, l’hanno imbrigliata nelle cartine geografiche, stampata sugli stivali e sulle borse, hanno ucciso per mangiare e mangiato per uccidere, senza rispettare nulla che non fosse la loro fame di cibo e di morte. Noi non chiediamo niente, se non di vivere la vita che vogliamo, la vita che lassù non ci permettevano, perché non c’era abbastanza spazio per tutti. Entro il 2015 servivano settantamila dottori, tutti gli altri non servivano a niente. Un tempo, signori, non si era liberi, e si faceva quello che ti dicevano di fare. Adesso si è liberi, così dicono, ma quello che ti dicono lo devi fare lo stesso. Perché se non fai il dottore, allora fai la fame. Se non sei ingegnere, non lavori. Se non t’iscrivi nel ramo dell’industria, uno stipendio poi chi te lo dà. E sbranarsi e sventolare bandiere e strillare come scimmie per un boccone di pensione, quando sei troppo vecchio per gustartela, perché gli anni migliori della tua vita li hai passati a lavorare per loro. Vuoi fare l’insegnante – perché non prendi Farmacia? Vuoi essere archeologo – ma cercati un lavoretto buono. Vuoi scrivere – tanto, se non sei famoso, non ti pubblicano. E soffocare soffocare soffocare le ambizioni perché l’ambizione è peccato e non porta pane, l’ambizione è tempo perso, braccia sottratte alla produzione. E sempre un livore un livore nel petto a fare quel che è giusto fare, ma non quello che si vuol fare. Siamo morti in partenza perché volare basso ci uccide.”

Chiara Pagliochini
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“«L’uomo crea eufemismi e cortine di fumo per negare le leggi naturali. E anche per negare l’infame condizione che gli è propria. E ogni risveglio gli costa i duecento morti di un aereo che si schianta, i duecentomila di uno tsunami o il milione di una guerra civile…»”

Arturo Pérez-Reverte
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“Ogni uomo ha le sue bestie che se ne stanno in agguato al buio, e le sue maschere per nasconderle. E scatenarle fuori di sé nel mondo non è una via per liberarsene. Quindi sì, vivrò ancora con loro, per tutto il tempo che mi resta da vivere. Ma, se potrò impedirlo, non saranno più loro a guidarmi la mano.”

Luca Tarenzi
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“Quanto ad adottare le soluzioni offerte dallo Stato per portare rimedio al male - io, quelle soluzioni, non le conosco: richiedono troppo tempo e un uomo morirebbe prima di riuscire a metterle in atto. Ho altre cose cui badare. Venni al mondo non principalmente per trasformarlo in un luogo buono dove vivere ma per vivervi, buono o cattivo che fosse. Un uomo non deve fare tutto, ma qualche cosa; e poiché tutto non lo può fare, non è necessario che faccia qualcosa di sbagliato.”

Henry David Thoreau
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“La vita di uno scrittore è un vero inferno, confrontata a quella di un uomo d’affari. Lo scrittore deve forzarsi a lavorare, deve imporsi un proprio orario e, se non gli va di sedersi alla scrivania, nessuno lo rimprovera. Se è un romanziere, vive nel terrore: ogni nuovo giorno esige nuove idee, e non si è mai certi che arriveranno puntuali.Dopo due ore passate si sente completamente svuotato. Durante quelle due ore s’è trovato mille miglia lontano, in un altro luogo, in compagnia di gente totalmente diversa, e lo sforzo che deve fare per tornare indietro a nuoto, nel presente, è assai grande. E’ quasi un trauma. […] Bisogna essere pazzi per fare gli scrittori.La loro sola compensazione è un’assoluta libertà. Il loro unico padrone è la loro anima ed è per questo che hanno fatto quella scelta, ne sono certo.”

Roald Dahl
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