“Io vivevo alla giornata, senza quasi mai sollevare la testa. Quella sconfinata palude era l'unica cosa che si rifletteva nei miei occhi. Procedevo mettendo a terra il piede destro, sollevando il sinistro, mettendolo a terra, e così via. Non sapevo dove mi trovavo, e niente mi diceva che la direzione verso la quale mi muovevo fosse quella giusta. Ma siccome non potevo restare bloccato lì per sempre, un passo alla volta, mi spostavo.”
“Se c'è una cosa che non mi manca è il tempo.- Davvero ne hai tanto?- Tanto che mi piacerebbe dartene un po', e farti dormire lì dentro.”
“Mi alzo. Mi sporgo attraverso il tavolo e la bacio. Nicole mi risponde. È solo un attimo. Invece è lungo quanto la vita che ho già vissuto. Quella di prima che le mia labbra incontrassero le sue. Quella che adesso mi sembra sia stata inutile e senza senso.«Paolo, io non… io non capisco più niente» sussurra Nicole.«I sogni non vanno capiti.»”
“Era abbastanza bella, ma molto comune. Il tipo di ragazza che in un serial televisivo fa la parte dell'amica della protagonista, quella che va a bere qualcosa con lei al bar, e le chiede: «Cosa ti succede? Non mi sembri molto in forma di questi tempi.» Fa solo una breve apparizione e appena scompare dallo schermo nessuno si ricorda più che faccia avesse.”
“Osservai a lungo il suo viso, senza parlare. Mi ricordava qualcosa. Smuoveva quietamente qualche morbido sedimento in fondo alla mia coscienza. Però non sapevo spiegarmi quella sensazione, le parole restavano impastoiate in una lontana oscurità.”
“Ascolta bene, Wanda. So esattamente ciò che non vuoi essere. Ma noi siamo umani, ed egoisti, e non facciamo sempre la cosa giusta! Non ti lasceremo andare. Fattene una ragione «Viandante? Ti stiamo aspettando tutti, piccola. Apri gli occhi.»Questa voce, il respiro caldo che mi sfiorava l'orecchio, era ancora più familiare. Percepii una strana sensazione quando la sentii. Una sensazione mai provata prima. Mi mozzò il respiro e mi fece tremare le dita.Volevo vedere quel viso, quella voce.Un'ondata di colore invase la mia mente - un colore che mi chiamava da una vita lontana - un blu acceso, brillante. L'universo era blu e acceso. I miei occhi trovarono il blu che cercavo. Zaffiro, neve e mezzanotte.«Ian? Ian, dove sono?» Il suono della voce che mi uscì dalle labbra mi spaventò. Acuto e stridulo. Familiare, ma non mio. «Chi sono?»«Tu sei tu» rispose Ian. «E sei di nuovo a casa.» «Ti ho tenuta in mano, Viandante. Ed eri bellissima.» «No. È grossa abbastanza solo per te.»«Non voglio restare solo. Però...»Perché non me lo chiedeva? «Però cosa?»«Sei riuscita a pensarci un po' su? Non voglio metterti fretta. So che sei confusa... a proposito di Jared...»Impiegai un istante a capire cosa voleva dirmi, e reagii con un risolino soffocato. In genere, Melanie non si lasciava andare, Luna invece sì, e il suo corpo mi tradiva nei momenti meno opportuni.«Che c'è?» domandò Ian.«Ero io ad aspettare che ci pensassi su» bisbigliai. «Non volevo metterti fretta, perché so che sei confuso. A proposito di Melanie.»Un sobbalzo impercettibile, di sorpresa. «Pensavi...? Ma Melanie non sei tu, non mi sono mai sentito confuso.»Sorridevo nel buio. «E tu non sei Jared.»Rispose circospetto. «Resta pur sempre Jared. E tu lo ami.»Era ancora geloso? Non avrei dovuto lasciarmi lusingare da un'emozione negativa, ma dovevo ammettere che mi gratificava.«Jared è il passato, un'altra vita. Tu sei il mio presente.»Tacque per un momento. Quando riprese a parlare, la sua voce era gon-fia di emozione. «E il tuo futuro, se lo vuoi.»«Sì, te ne prego.»Mi baciò nella maniera meno platonica possibile, in mezzo alla calca, mentre ripensavo con eccitazione alla mossa smaliziata e spontanea con cui avevo aggiunto un anno alla mia età.Terminata la stagione delle piogge, Ian sarebbe diventato il mio compa-gno, nel vero senso della parola. Era una promessa, un impegno al quale non mi ero mai sottoposta, in tutte le mie vite. Ripensarci mi riempiva di gioia, di ansia, di timidezza e di impazienza... mi faceva sentire umana. «Il diciottesimo!» Avevo mentito, aggiungendo un anno.Con la coda dell'occhio, vidi Melanie e Ian sobbalzare di sorpresa. Il mio corpo non dimostrava affatto i suoi quasi diciassette anni.Fu quel piccolo imbroglio, quella rivendicazione preventiva del mio compagno, a farmi capire che sarei rimasta con loro. Con Ian e il resto del-la mia famiglia. Sentii un gonfiore strano chiudermi la gola. «Melanie sarà mia per sempre. E io sarò per sempre suo.»”
“Come stiamo correndo per le strade di Stoccolma, così corriamo dentro noi stessi. Arrivati alla meta, la distanza e il peso di questa maratona interiore saranno importanti come i chilometri di queste strade e come il calore di questo sole. mentre alzo il piede per fare un passo, l'altro piede si appoggia a terra. Se il mondo si fermasse nel momento in cui, andando avanti, ho un piede sollevato e l'altro poggiato a terra, quel piede solido che mi sostiene potrebbe mettere radici. E quelle radici potrebbero penetrare negli interstizi del terreno tra una pietra e l'altra. Ma io non lascio che il mondo si fermi. Dopo un passo, un altro, e un altro ancora.”