“Da piccolo leggi di pirati e cowboy e astronauti, e una volta che pensi che il mondo sia pieno di cose meravigliose, ti dicono che invece è fatto di balene morte e di foreste abbattute e di scorie nucleari che infettano la Terra per milioni di anni. Se proprio vuoi saperlo, secondo me così non vale la pena di diventare grandi.”

Neil Gaiman

Neil Gaiman - “Da piccolo leggi di pirati e cowboy e...” 1

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“E' una di quelle notti in cui sei a bordo da cinque giorni egoisti che sembrano venti e tutto ciò che riguarda la terra sembra così lontano che non te ne frega un cazzo; e ti rendi conto che da un secolo non ascolti chiacchiere radiofoniche, non leggi un giornale, non guardi la tele, non ti parlano di politica nè di corruzione, non ti dicono sa com'è, e la vita continua il suo corso e non succede assolutamente nulla e ti domandi cosa si può fare, dove diavolo ha sbagliato l'Umanità.”

Arturo Pérez-Reverte
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“Vito c'ha pensato qualche volta al gigante che organizza il mondo. Si è chiesto se è fatto di persone, tante persone una sull'altra. E se lui sarà una di quelle persone minuscole ma decisive. È quello che un ragazzo dovrebbe sperare, partecipare all'organizzazione del mondo. Lui è sempre stato uno studente in fuga, e non solo dalla scuola. Da ogni forma di apprendimento. Abbassa la testa. Si vergogna di queste ambizioni improvvise. Non farà niente di buono, di rimarchevole. È più facile che accada così, che la sua vita passi inosservata.”

Margaret Mazzantini
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“E la sera, dalla mia stanza di bambina, guardo I lumi della città sul mare. E certe volte ho l’impressione di essere ancora quella di una volta, e che gli anni non siano mai passati. E penso : laggiù è la vera vita, laggiù il mondo, l’avventura, il sogno ! E fantastico un giorno o l’altro di partire. Lo vede dunque che non è mai finita ?”

Dino Buzzati
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“Pensa all’asimmetria. Questo è un mondo, pensa, in cui puoi startene a letto a sentire una canzone mentre sogni la persona che ami, e i tuoi sentimenti e la canzone si fanno eco a vicenda in modo così potente e completo che sembra impossibile che l’amata, chiunque e ovunque sia, non se ne accorga, non riceva il segnale che pulsa dal tuo cuore, come se tu e la musica e l’amore e tutto l’universo siate fusi in un’unica forza che può essere incanalata verso l’esterno, nell’oscurità, per portargli il messaggio. Ma nella realtà, non solo lei o lui non sapranno nulla, ma non c’è neanche qualcosa che impedisca a quell’altra persona di starsene a letto esattamente nello stesso momento a sentire esattamente la stessa canzone e pensare a qualcun altro - di indirizzare gli stessi sentimenti in una direzione del tutto differente, verso una persona completamente diversa, che a sua volta potrebbe starsene nel buio a pensare a un’altra persona, una quarta, che a sua volta pensa a una quinta, e così via all’infinito; e dunque, invece di un mondo di coppie che si ricambiano precisamente, dove l’innamorato e colei o colui che lo corrisponde solcano lo spazio in modo preciso e meraviglioso come tante paia di ali di farfalla, ci ritroviamo una catena di struggimenti, che si espande e si avvita su se stessa e finisce in un numero infinito di vicoli ciechi.”

Paul Murray
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“Se lui avesse potuto dire il suo nome ancora una volta, a voce così bassa da poterla sentire invece che ascoltarla.Se lo avesse fatto, così piano da non permettere alla veglia di ricordarle perché quel suono non poteva più renderla felice.Se solo non avesse mai smesso di piovere.Eloise, sei sveglia?Sì, e non voglio.Sotto la mano il cuscino era fresco e morbido, negli spazi tra le sue dita se ne insinuavano altre, calde e dure perché abituate a riempire di lusinghe l'elsa di una spada, non solo la pelle di una donna. Prendeva la sua una mano fatta per accarezzare e per uccidere.Una mano che l'aveva accarezzata, e poi uccisa.«Axel».Forse c'era stato uno scatto di esultanza profonda, perché ridestandosi aveva pronunciato per prima cosa il suo nome.Qualcosa che aveva a che fare col possesso e il riconoscimento.Qualcosa di così profondo che, se non si fosse opposta, avrebbe finito per precipitarvi dentro.Qualcosa che tra loro due era sempre esistito.L'aveva accarezzata.A quanto le avevano raccontato, lui era stata la prima cosa del mondo su cui aveva aperto gli occhi. Un fagottino di neonata, avvolta tra le braccia di un bambinetto di tre anni appena, che sollevava di colpo le palpebre incontrando per la prima volta due occhi blu pieni di amore e trionfo fissi su di lei.E poi uccisa.Una cicatrice che si risvegliava pulsando, lo spettro di dolore di un arto amputato, che esisteva solo nel ricordo dei nervi e bruciava, bruciava come fuoco.Lui era sete, tanta da accettare di annegare pur di riuscire a bere.«Axel».«Sono qui».”

Virginia De Winter
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