“E' la possibilità, non la garanzia, quella che mi fa andare avanti. Una specie di scomessa da parte mia. E chiamatemi pure pazzo, o sognatore o quel che vi pare, io credo che tutto sia possibile.”
“Io sarò anche Satana, Belzebù, quello che vi pare, ma so cos'è il dolore perchè io stesso l'ho provato e lo provo tuttora per la mia solitudine, per l'odio che hai suscitato contro di me. Insomma, ti confesso che quel poveretto mi fa compassione. E che vorrei dargli una mano.”
“Mi alzo. Mi sporgo attraverso il tavolo e la bacio. Nicole mi risponde. È solo un attimo. Invece è lungo quanto la vita che ho già vissuto. Quella di prima che le mia labbra incontrassero le sue. Quella che adesso mi sembra sia stata inutile e senza senso.«Paolo, io non… io non capisco più niente» sussurra Nicole.«I sogni non vanno capiti.»”
“La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, e soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi”
“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”
“Tu hai una scatola con una misura e dalla vita prendi solo quello che sta in quella misura; tutto quello che ti capita di più grande e di più ingombrante lo lasci andare. Semplice. Non ti adatti e non vivi la vita per quello che ti offre, ma è la vita che diventa tale solo quando prende la tua misura.”