“Qualunque cosa accada, i media hanno sempre un'opinione a portata di mano, sia pure la più errata. Come gli avvoltoi, si lanciano su ogni cadavere, è questa la verità, scrive Bernhard, e quando l'hanno divorato non lo degnano più di un solo pensiero.”
“In effetti è un errore pensare che i bambini giochino. I bambini non giocano. Se i bambini giocano alla regina di Svezia, sono la regina di Svezia, e questo ragazzo non giocava a Tony Rominger, lui era Tony Rominger.”
“In realtà i media non sono affatto interessati alla letteratura. Si interessano unicamente ai successi letterari. Nella maggioranza dei casi non ci informano sui libri, ma sul loro successo, e tutto questo è talmente disgustoso che è da considerarsi un vero miracolo, se in qualche raro caso esiste ancora qualcuno che desidera leggere un libro e non si accontenta del suo successo.”
“L'avevo messo là dentro senza riflettere, poiché avevo immaginato che sarebbe stato particolarmente comodo averlo lì dentro. E ora, il pensiero che era lì, così a portata di mano e tanto vicino eppure irraggiungibile peggiorava la situazione e la rendeva insopportabile. Già, la cosa che non si può avere è la cosa che più si desidera; tutti lo sanno.”
“La cosa più difficile quando si scrive è sapere che cosa scrivere”
“Nella vita di un uomo sono pochi i momenti in cui si trova ridicolmente imbarazzato, e deve affrontare l'assoluta mancanza di ogni benevola commiserazione più di quando gli capita di dover inseguire il proprio cappello. Per afferrare un cappello fuggitivo è necessario possedere un enorme sangue freddo e una singolare misura di sagacia. Non bisogna essere precipitosi altrimenti lo si calpesta; non si dovrà nemmeno attardarsi molto se non si vuole rischiare di perderlo irrimediabilmente. Il modo migliore è di procedere con la stessa velocità dell'oggetto che si insegue, usare prudenza e cautela, tenersi pronti a cogliere l'occasione buona, sorpassarlo aggirandolo, poi tuffarsi di slancio, afferrarlo per la tesa e ficcarselo bene in capo; è inoltre indispensabile non dimenticare di continuare a sorridere come se la cosa fosse divertente per l'interessato non meno di quanto lo sia effettivamente per gli spettatori.”
“Non ha senso entrare in contatto così con una persona e poi andare via. Non lo capisco. Lo strano è che io sono un asociale, ma quando entro in contatto con uno sconosciuto – anche se si tratta solo di un sorriso o di un cenno con la mano, che non credo sia considerato un vero contatto ma per me lo è – mi sembra che dopo non possiamo andarcene ognuno per la sua strada come se niente fosse. (...) Immagino la sua vita come una piramide, un iceberg di cui vedo solo la punta, la punta minuscola, ma sotto la superficie la piramide si allarga, si allarga verso il basso e nel passato, sempre più indietro, tutta la vita gli sta sotto, gli sta dentro, le mille cose che gli sono successe, e il risultato è quel momento, quel secondo in cui mi ha sorriso. (…) Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto. Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne vanno. E tu fai altrettanto. Come si fa a saperlo? (…) Andandomene mi sembrava di abbandonarlo, di passar la vita, giorno dopo giorno, a abbandonare la gente.”