“E poi, il tempo, signore iddio, il tempo: tutto quel tempo che andava sprecandosi continuamente nel mondo senza che nessuno potesse farci niente.”

Peppe Fiore

Peppe Fiore - “E poi, il tempo, signore iddio, il tempo...” 1

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“‎Il suono del vento mi attraversa le orecchie come il ruggito dell'universo. Forse è come il rumore che si fa quando si passa dentro al tempo, quando lo si attraversa con tutto il corpo: le braccia e le gambe che attraversano il tempo, il petto che attraversa il tempo e il viso che si porta dentro tutta l'eternità.”

José Luis Peixoto
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“... dove trovare il tempo per leggere?grave problema.che non esiste.nel momento in cui mi pongo il problema del tempo per leggere, vuol dire che quel che manca è la voglia. poiché, a ben vedere, nessuno ha mai tempo per leggere. né i piccoli, né gli adolescenti, né i grandi. la vita è un perenne ostacolo alla lettura."leggere? vorrei tanto, ma il lavoro, i bambini, la casa, non ho più tempo...""come la invidio, lei, che ha tempo per leggere!"e perché questa donna, che lavora, fa la spesa, si occupa dei bambini, guida la macchina, ama tre uomini, frequenta il dentista, trasloca la settimana prossima, trova il tempo per leggere, e quel casto scapolo che vive di rendita, no?il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare.)rubato a cosa?diciamo, al dovere di vivere.[...]il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.”

Pennac Daniel
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“Preferisco raccontare il seguito al presente, il che renderà l'avventura più anodina, le toglierà quell'aura di sacro che conferiscono i tempi passati, dall'imperfetto al passato remoto: il presente è il tempo senza sorprese, un tempo ingenuo, il tempo in cui si vivono le cose come arrivano, ancora nuove e vive, è il tempo dell'infanzia, quello che mi si addiceva.”

Joseph Joffo
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“Il riposo sì che fa male! Guarda lui, tutto sto tempo che si riposa e come sta male!”

Tiziano Sclavi
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“C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomàs sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.(Cronache Marziane, trad. Giorgio Monicelli)”

Ray Bradbury
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