“Forse è tutto ciò che sono realmente: un leccatore di figa, una bocca schiava del buco femminile. Lecca! E così sia! Forse la soluzione più saggia per me è vivere a quattro zampe! Strisciare attraverso la vita ingozzandomi di passera, lasciando che a raddrizzare i torti e a fare i padri di famiglia siano le creature erette!”
“Dottor Spielvogel, questa è la mia vita, la mia unica vita, e la sto vivendo da protagonista di una barzelletta ebraica! Io sono il figlio in una barzelletta ebraica… solo che non è affatto una barzelletta!”
“Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite... Beh, siete fortunati.”
“Ciò che noi sappiamo è che, in un modo non stereotipato, nessuno sa nulla. Non puoi sapere nulla. Le cose che sai... non le sai. Intenzioni? Motivi? Conseguenze? Significati? Tutto ciò che non sappiamo è stupefacente. Ancor più stupefacente è quello che crediamo di sapere.”
“Che cosa è la morte per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio.”
“Ed è vero, no? – incredibile ma vero – che c’è gente che prova nella vita la disinvoltura, la fiducia in sé, la semplice ed essenziale sintonia con gli avvenimenti che io ero solito provare come esterno centro dei Seabees? Perché, vede, non si trattava di essere il miglior esterno centro, bensì solo di sapere con precisione, fino al più piccolo particolare, come dovesse comportarsi un esterno centro. E c’è gente simile che cammina per le strade degli USA? Le chiedo: perché non posso essere uno di loro? Perché non posso esistere adesso come esistevo per i Seabees là all’esterno centro?”
“Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?”