“La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri. Si è innamorata ieri, e ancora non lo sa.”
“E lei ora desidera. È uscito del letargo della sua rassegnata solitudine, ha scoperto la fame del suo cuore, sa che la mela è proibita, ma desidera. Non avrà più pace, né dieta. [...] Soffrirà, il suo cuore, lo stomaco e le viscere andranno in subbuglio, il suo istinto di Homo erectus potrà essere temprato, ma non vinto. La mela è caduta dall'albero del destino.”
“La mia solitudine è dignitosa, la affronto a testa alta, ma se la guardo in faccia mi deride, mi ferisce fa ritornare tutte le solitudini del passato. E' così: ogni solitudine contiene tutte le solitudini vissute.”
“Non tentarmi, il mio cuore è fragileConsumato, ferito. BatteA fatica per me, non può batter per dueScegli bene le parole tueUna sola e si potrebbe spezzareNon voglio più amare, ricordaloTroppo amore ho voluto sprecareMi è caduto a terra, si è rottoParla pure, ripara ed incollaIl mio fauno non corre, barcollaPrega le ninfe che gli stanno intorno:“Non scappate da me così in fretta”Ma le ninfe ridono e fuggonoEd è giusto. E’ la loro vendetta.”
“- E com’è fatto un orobilogio? -- Non si può vedere, è fatto di tante parti insieme che mescolandosi diventano invisibili. Vuoi un esempio? La tua casa, la guardi dal di fuori e dici: questa è la mia casa. Ma la casa ha sotto la cantina, la tinaia buia con le botti, la muffa sulle pareti quell’odore di anni e secoli, ma in quel passato oscuro fermenta il vino e i formaggi maturano. Sopra c’è il granaio, con la farina, le mele, le noci e i pomodori secchi, e ci frullano i topi rosicchioni e i ghiri ladruncoli, lì ci sono le provviste per il futuro. Poi c’è la casa dove abiti, col camino caldo, la cucina che fuma e il cesso che scroscia, e il letto ti accoglie e prepara i sogni, ma anche gli incubi, e le lenzuola gelate d’inverno, e la febbre e le ore che non dormi la notte. E a volte tutto cambia: dal camino entra la notte, le faville dei fantasmi del passato, o la paura di ciò che sta dietro la porta, nella cantina il vino e il buio ti fanno immaginare viaggi e abbordaggi, nel granaio sbattono la testa uccelli imprigionati, come brutti pensieri. Ecco, questa è la tua casa, non quella che vedi dal di fuori, con le finestre, il portone e l’edera sul muro.”
“Comunque ha fatto bene.""A dormire il pomeriggio?""No, a dare il suo disegno a quel barbagianni. Basta coi segreti.""Già, basta.""E se ne ha ancora uno se ne liberi. Non si vola, se si ha qualcosa di troppo pesante tra gli artigli.”