“Si dice spesso che noi siamo i nostri geni, noi siamo le nostre informazioni. Si cede così alla mistica del Dna e dell’elettronica, si ignora che la biografia è più forte della biologia […] Il corpo esce dalla vita, e la vita abbandona il corpo”

Stefano Rodotà

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“Dopo mangiato, sono rimasta per un po' appoggiata alla finestra, ascoltando il leggero mormorio dell'onda e guardando il faro, che mi dava una sensazione strana, con la sua luce a tratti così intensa e subito dopo tanto fioca. Ecco l'immagine della vita, dicevo tra me e me: per un attimo tutto risplende in noi e intorno a noi, ma le nostre illusioni ben presto si affievoliscono!”


“- E com’è fatto un orobilogio? -- Non si può vedere, è fatto di tante parti insieme che mescolandosi diventano invisibili. Vuoi un esempio? La tua casa, la guardi dal di fuori e dici: questa è la mia casa. Ma la casa ha sotto la cantina, la tinaia buia con le botti, la muffa sulle pareti quell’odore di anni e secoli, ma in quel passato oscuro fermenta il vino e i formaggi maturano. Sopra c’è il granaio, con la farina, le mele, le noci e i pomodori secchi, e ci frullano i topi rosicchioni e i ghiri ladruncoli, lì ci sono le provviste per il futuro. Poi c’è la casa dove abiti, col camino caldo, la cucina che fuma e il cesso che scroscia, e il letto ti accoglie e prepara i sogni, ma anche gli incubi, e le lenzuola gelate d’inverno, e la febbre e le ore che non dormi la notte. E a volte tutto cambia: dal camino entra la notte, le faville dei fantasmi del passato, o la paura di ciò che sta dietro la porta, nella cantina il vino e il buio ti fanno immaginare viaggi e abbordaggi, nel granaio sbattono la testa uccelli imprigionati, come brutti pensieri. Ecco, questa è la tua casa, non quella che vedi dal di fuori, con le finestre, il portone e l’edera sul muro.”


“Non si puo' mai sapere in anticipo di cosa siano capaci le persone, bisogna aspettare, dar tempo al tempo, e' il tempo che comanda, il tempo e' il compagno che sta giocando di fronte a noi, e ha in mano tutte le carte del mazzo, a noi ci tocca inventarci le briscole con la vita, la nostra”


“Non tentarmi, il mio cuore è fragileConsumato, ferito. BatteA fatica per me, non può batter per dueScegli bene le parole tueUna sola e si potrebbe spezzareNon voglio più amare, ricordaloTroppo amore ho voluto sprecareMi è caduto a terra, si è rottoParla pure, ripara ed incollaIl mio fauno non corre, barcollaPrega le ninfe che gli stanno intorno:“Non scappate da me così in fretta”Ma le ninfe ridono e fuggonoEd è giusto. E’ la loro vendetta.”


“E lei ora desidera. È uscito del letargo della sua rassegnata solitudine, ha scoperto la fame del suo cuore, sa che la mela è proibita, ma desidera. Non avrà più pace, né dieta. [...] Soffrirà, il suo cuore, lo stomaco e le viscere andranno in subbuglio, il suo istinto di Homo erectus potrà essere temprato, ma non vinto. La mela è caduta dall'albero del destino.”


“Mia madre diceva sempre che è per questo che siamo stati dotati della memoria. E del suo opposto: la speranza. Così le cose che non ci sono più continuano a essere importanti. così possiamo sbarazzarci del passato e costruire il futuro.”