“Bella: Mi sentivo una luna solitaria – dopo che il mio pianeta era stato distrutto da un cataclisma – che si ostinava a girare attorno ad uno spazio vuoto, facendosi beffe della gravità.”
“A un certo punto ho sentito una sensazione a cui non sono mai riuscito a dare un nome. È un misto di malinconia, tristezza, insoddisfazione, ansia, felicità. Quando la sento mi commuovo. Mi succedeva spesso in passato. Era qualcosa che mi sfuggiva e che provavo soprattutto quando restavo solo o mi fermavo un po' a pensare. Sentivo che saliva come il dolore dopo che hai preso una botta.”
“Ho pianto per quanto sono stato bene e per quanto sono stato male in tutta questa vita.Questa vita che per fortuna ho avuto il coraggio di amare. Questa vita che mi sono preso e che ho voluto vivere fino a farla stancare al punto di desiderare un po' di riposo, di desiderare d'addormentarmi come da piccolo sul sedile della macchina dopo essere stato dai nonni con la famiglia, stravolto per aver giovato tutto il giorno. E addormentato aspettare che mia madre mi prenda ancora una volta in braccio per portarmi finalmente a casa, dopo questa incantevole avventura.”
“Con Irene bisognava diluire. In un litro di silenzio le sue pretese si disperdevano lente, giorno dopo giorno, goccia dopo goccia. La rabbia lasciava spazio a nuove apprensioni che stendevano ligie il tappeto della riconciliazione, nell’attesa di un nuovo incontro.”
“Sentivo il sapere della vita d'ogni giorno, che non va da nessuna parte, e sta sospesa come una nuvola sopra un burrone. Per questo i viaggi ti ubriacano subito, si diventa assuefatti all'eccitazione degli spostamenti, allora sembra che la vita debba andare da qualche parte...”
“Sono una nube congelata attorno a un oggetto centrale, in forma di pera, duro e reale più di me stessa e che riluce di rosso entro il suo diafano involucro. Dentro c'è uno spazio, vasto quanto il cielo di notte e altrettanto buio e ricurvo, sebbene rosso-nero più che nero. Puntini di luce si espandono, scintillano, scoppiano e avvizziscono all'interno, innumeri come stelle. Ogni mese c'è una luna gigantesca, rotonda, pesante, un presagio. Transita, sosta, prosegue, scompare alla vista, e vedo lo scoramento di venirmi incontro come una carestia. Sentirsi così vuota, daccapo, daccapo. Ascolto il mio cuore, onda su onda, onde salate e rosse, che segnano il tempo.”