“NUTRICE: dove corri,figlia, lontano dalla tua casa? Fermati, calmati, frena la tua furia. Come una menade, che, alla cieca, gà invasata da dio, si lancia e porta i suoi passi sulla cima del Pindo nevoso o sui gioghi di Nisa, così Medea corre qua e là con gesti selvaggi, mostrando in volto i segni di un furore delirante. Il suo viso è in fiamme, il respiro affannoso, grida, il pianto le sgorga dagli occhi, di colpo si mette a ridere. è in preda ad ogni emozione. Esita, minaccia, avvampa, si lamenta, singhiozza. Dove si volgerà l’empito del suo cuore? Dove spingerà le sue minacce? Dove andrà ad infrangersi questo vortice? Il suo furore trabocca. No, non è da poco, non è comune il delitto che medita tra sé. Supererà se stessa, Medea. Li conosco, io, i segni del suo antico furore. Qualcosa di inaudito sta sopra di noi, qualcosa di grande, selvaggio, empio: lo leggo nel suo volto delirante. O déi. fate che la mia paura sia vana.MEDEA: Vuoi sapere, povera te, sin dove può spingersi l’odio? Sin dove l’amore”