“L'essere umano è davvero una creatura straordinaria. Ha scoperto il fuoco, edificato città, scritto magnifiche poesie, dato interpretazioni del mondo, inventato mitologie etc... Ma allo stesso tempo non ha smesso di fare la guerra ai suoi simili, non ha smesso di ingannarsi, di distruggere l'ambiente circostante. La somma algebrica fra vigore intellettuale e coglioneria dà un risultato quasi nullo. Dunque, decidendo di parlare di imbecillità, rendiamo in un certo senso omaggio a questa creatura che è per metà geniale, per metà imbecille”

Umberto Eco

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“Con Cusano si delinea l'immagine di un universo infinitamente aperto che ha il centro dappertutto e la circonferenza in nessun luogo. Dio, in quanto infinito, supera ogni limitazione e ogni opposizione. A mano a mano che si aumenta il diametro di un cerchio, diminuisce la sua curvatura, e al limite una circonferenza infinita diventa una retta infinita: in Dio si ha la coincidenza degli opposti. Se l'universo avesse un centro, sarebbe limitato da un altro universo. Ma nell'universo Dio è centro e circonferenza. La terra non può essere il centro dell'universo.”


“Le regole per scrivere bene (adattate da Umberto Eco)1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.4. Esprimiti siccome ti nutri.5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.9. Non generalizzare mai.10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”12. I paragoni sono come le frasi fatte.13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).14. Solo gli stronzi usano parole volgari.15. Sii sempre più o meno specifico.16. L'iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.19. Metti, le virgole, al posto giusto.20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.34. Non andare troppo sovente a capo.Almeno, non quando non serve.35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.40. Una frase compiuta deve avere.”


“Che differenza c'è fra occhi che possiedono uno sguardo e occhi che ne sono sprovvisti? Questa differenza ha un nome: si chiama vita. La vita inizia laddove inizia lo sguardo. [...]Lo sguardo è una scelta. Chi guarda decide di soffermarsi su una determinata cosa e di escludere dunque all'attenzione il resto del proprio campo visivo. In questo senso lo sguardo, che è l'essenza della vita, è prima di tutto un rifiuto.Vivere vuol dire rifiutare. Chi accetta ogni cosa non è più vivo dell'orifizio di un lavandino. Per vivere bisogna essere capaci di non mettere sullo stesso piano, al di sopra di se stessi, la mamma e il soffitto. Bisogna rinunciare a uno dei due e decidersi di interessarsi o alla mamma o al soffitto. L'unica scelta sbagliata è quella di non fare una scelta.”


“Certe volte penso, ma lo penso veramente, che bisognerebbe piantarla con questa storia del parlare. Perché tanto non serve a niente. Non è questione di capirsi, fare fatica a ritrovarsi nelle cose; non è questo. È che nessuna conversazione regge l'argomento per più di un paio di battute; è la pertinenza, il problema.”


“Milano non piace quasi a nessuno di quelli che ci vivono. Non amano il ritmo che li spinge sempre di corsa. Hanno problemi di stomaco per i panini alla piastra e i piattini di verdura. Non sopportano la puzza di piscio dei sottopassaggi, l'odore del vomito dei tossici, il lastricato di preservativi nelle viuzze, la moquette di cacche di cane. Sognano il verde e trovano solo qualche albero morente e i parchi strapieni di polizia pronta a dirti che non sta bene sedersi sulla poca erba a farti i cavoli tuoi. Sono disorientati dalla mancanza di punti di ritrovo, dalle poche piazze senza panchine, dagli stili architettonici accrocchiati, dalle case a forma di cubo, di ananas, di pigna, di finto rococò e finto gotico. Non capiscono che Milano non è una città, ma un grumo di lava che ha subito tutte le Furie. Che è sterile, come il deserto, e per starci bisogna essere attrezzati. Che non è adatta ai dilettanti. Per questo la amo.”


“«Cosa stai guardando?»«Stupide fantasie. In un certo senso vedo di nuovo, in questa mia ultima passeggiata, quegli spiriti dei morti che vidi la prima volta che venni qui!»«Sei proprio un tipo curioso!»«Mi sembra di vederli, e quasi di sentire il fruscio delle loro vesti. Ma non li venero più come allora. Non credo alla metà di loro. Teologi, apologisti, metafisici, statisti arroganti e altri, non mi interessano più. Tutto questo ha perso per me ogni fascino perché è stato annientato dalla cruda realtà!»L'espressione cadaverica del volto di Jude alla luce dei lampioni sotto la pioggia faceva veramente credere che vedesse qualcuno laddove non c'era nessuno.”