“Prima della rivoluzione, quando un gran personaggio, un maresciallo di Francia, un duca e pari o un principe attraversava una città di quelle regioni, la rappresentanza municipale si recava a fargli un discorso e gli presentava quattro ciotole d'argento in cui erano stati versati quattro vini diversi; sulla prima tazza si leggeva quest'iscrizione: vino di scimma, sulla seconda: vino di leone, sulla terza: vino di montone e sulla quarta: vino di porco. Quelle quattro leggende esprimevano i quattro gradi pei quali discende l'ubriaco: la prima ebbrezza, quella che rallegra; la seconda, quella che eccita; la terza quella che inebetisce e la quarta, finalmente, quella che abbrutisce.”
“Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto di più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.”
“E imparai, con umiltà e fatica, ma imparai quello che dovevo fare, e che sarebbe stato ovvio per un bambino: la vita non è altro che un susseguirsi di tante piccole vite, vissute un giorno alla volta. Si dovrebbe trascorrere ogni giorno cercando la bellezza nei fiori e nella poesia e parlando con gli animali. E nulla può essere migliore di un giorno colmo di sogni e di tramonti e di brezze leggere. Imparai soprattutto che la vita è sedere su una panchina sulla riva di un fiume antico, con la mia mano posata sul suo ginocchio e a volte, nei momenti più dolci, innamorarmi di nuovo.”
“«Ai tempi di mio nonno» dice il generale «si metteva una pinta di vino davanti a ogni invitato. Era la dose che toccava a ciascuno. Una pinta, un litro e mezzo. “Vino da tavola” veniva chiamato. Mio padre raccontava che si metteva del vino da tavola in caraffe di cristallo anche davanti agli invitati del re. Una per ciascuno degli ospiti. Ecco perché si chiamava vino da tavola: perché stava lì e si poteva berne a volontà. I vini di qualità venivano serviti a parte. Questa era la regola che vigeva per le bevande alla mensa del re».”
“Prima di allora non aveva mai capito che la vita ci parla, e che la sua voce dà risposta alle domande che le poniamo di continuo; non aveva mai captato consciamente quella voce, né riconosciuto i suoi toni fino a quel momento in cui la voce gli aveva detto una cosa che non gli aveva mai detto prima, e cioè: - Sì”
“Ma come stabilire il momento esatto in cui comincia una storia? Tutto è sempre cominciato già da prima, la prima riga della prima pagina d'ogni romanzo rimanda a qualcosa che è già successo fuori dal libro. Oppure la vera storia è quella che comincia dieci o cento pagine più avanti e tutto ciò che precede è solo un prologo. Le vite degli individui della specie umana formano un intreccio continuo, in cui ogni tentativo di separare un pezzo di vissuto che abbia un senso separatamente dal resto - per esempio, l'incontro di due persone che diventerà decisivo per entrambi - deve tener conto che ciascuno dei due porta con sé un tessuto di ambienti fatti altre persone, e che dall'incontro deriveranno a loro volta altre storie che si separeranno dalla loro storia comune.”