“Era lei.La musica della sua allegria era balsamo e acido, gli scorticava la pelle scoprendo superfici di sé che non avrebbe immaginato. Averla così vicina - dieci passi e milioni di pensieri - bastava a smarrire”
“Una di queste giovani madri non era che una ragazzina e mi fece male al cuore leggere quella sofferenza e pensare che scaturiva dall’animo di una bambina, un animo che non avrebbe dovuto ancora conoscere il dolore, ma soltanto la gioia del mattino della vita.”
“Ciò che un libro avrebbe potuto raccontarle non l'aveva mai intimorita. Anzi, di solito non vedeva l'ora di lasciarsi trasportare in un mondo nuovo, inesplorato, e la sua curiosità era tale che si metteva a leggere nei momenti meno opportuni.”
“Tutto era meglio della musica, perché solo la musica abolisce le differenze di lingua o di abitudini fra due esseri e tocca fibre sensibilissime.”
“Matrix passò il Rubicone in uno stato di trance psicologica, incapace di percepire le acque che gli mulinavano intorno. Era un ragazzino e stava scivolando in maniera lenta e inesorabile nella delinquenza. In qualche recesso della sua mente era consapevole che forse qualcosa non andava, ma nel cyberspazio le linee di demarcazione sono molto confuse, sempre che siano visibili.”
“Ago era Robb, Bran, Rickon, sua madre, suo padre e anche Sansa. Ago erano le pareti grigie di Grande Inverno e le risate della sua gente. Ago erano le nevicate estive, le storie della vecchia Nan, era l'albero-cuore con le sue foglie rosse e il terribile volto scolpito nel legno, era l'odore caldo di terra dei giardini coperti, il vento del Nord che faceva sbattere le imposte della sua stanza. Ago era il sorriso di Jon Snow. "Mi spettinava e mi chiamava sorellina" ricordò, e d'un tratto le si riempirono gli occhi di lacrime.”