“«Ho voluto credere che fosse a causa di un incantesimo quando eri sempre nei miei pensieri e mi scoprivo a cercarti tra la gente.Non avrei dovuto nemmeno guardarti e invece volevo cedere a ciò che desideravo,dopotutto chi ero io per oppormi a una forza più grande di me?».”
“Non ho mai seguito valori illusori, come il successo, ma ho cercato e trovato dei punti di forza che mi hanno consentito una concezione più ampia del mondo, una sempre rinnovata capacità di gratitudine nei confronti dei miei simili e una sincera umiltà che mi assiste oggi, mentre dalla mia piccola posizione di vantaggio lungo il cammino che va verso l'alto e non finisce mai, guardo la pazienza ammirevole e il coraggio di quelli che dietro di me lottano ancora.”
“Seduto al bar con lei non ero riuscito a dire praticamente nulla. Nemmeno che avevo il suo guanto a casa. Avrei voluto chiederle il numero di telefono, l'e-mail, ma non ne avevo il coraggio. Lei mi aveva invitato a bere un caffè prima di partire, come se volesse chiudere, con me, una fase della sua vita. È solo che, quando capisci che è tardi, faresti di tutto per recuperare. In realtà, ho sempre avuto paura di disturbare. Come da piccolo, in casa d'altri, quando mi chiedevano se volevo un bicchiere d'acqua, anche se avevo sete rispondevo: "No, grazie". Quando qualcuno mi offriva qualcosa, prima ancora che finisse la frase avevo già detto di no. Nella vita ho sempre avuto paura di essere di peso, di essere una scocciatura. Questa è una vera fregatura.”
“Sentivo che mi leggeva dentro, e io avrei voluto essere più uomo con lei. Avrei voluto essere quell'abbraccio in cui desiderava perdersi. Protetta e libera di lasciarsi andare, perché tanto c'ero io a prendermi cura di lei, a difenderla dal freddo e dal male.”
“Edward: «Isabella Swan?» Mi guardò da dietro quelle ciglia incredibilmente lunghe, con occhi dorati, dolci e al tempo stesso ardenti. «Prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare?» Avrei voluto dire un sacco di cose, alcune per niente affatto belle, altre vergognosamente sdolcinate e romantiche, che forse nemmeno nei suoi sogni mi aveva mai sentito dire. Eppure, invece di sentirmi in imbarazzo, sussurrai: «Sì».”
“Quel giorno avevo una sensazione struggente, come di un lutto anticipato. Ciò che avevo di più caro era stato schiacciato come un prato di fiori di campo, raso al suolo per fare posto a un giardino ben curato. Neppure quando studiavo negli Stati Uniti avevo mai provato nulla del genere. In tutti quegli anni mi ero tenuta saldamente aggrappata alla certezza che la mia casa, il mio paese mi appartanevano, e potevo tornarci ogni volta che volevo. E fu solo quando infine vi feci ritorno che compresi il vero significato dell'esilio. Camminando per quelle strade che amavo e ricordavo con tanto affetto, era come se stessi calpestando i miei ricordi.”