“Ora abbandonerò tutto; ora mollerò gli ormeggi. Ora libererò il desiderio frenato e represso perché finlamente si possa spendere, si possa consumare. Galopperemo insieme sopra le colline deserte dove la rondine inzuppa le ali nelle pozzanghere scure e le colonne si ergono intere. Nell'onda che sbatte sulla spiaggia, nell'onda che getta la sua bianca spuma ai più remoti angoli della terra, io getto le mie violette, la mia offerta a Percival.”
“Fra cento anni, d'altronde, pensavo giunta sulla soglia di casa, le donne non saranno più il sesso protetto. Logicamente condivideranno tutte le attività e tutti gli sforzi che una volta erano stati loro negati. La balia scaricherà il carbone. La fruttivendola guiderà la macchina. Ogni presupposto basato sui fatti osservati quando le donne erano il sesso protetto sarà scomparso; ad esempio (in strada stava passando un plotone di soldati) l'idea che le donne, i preti e i giardinieri vivano più a lungo. Togliete questa protezione, esponete le donne agli stessi sforzi e alle stesse attività, lasciatele diventare soldati, marinari, camionisti e scaricatori di porto, e vi accorgerete che le donne muoiono assai più giovani e assai più presto degli uomini; cosicché si dirà: "Oggi ho visto una donna", come si diceva "Oggi ho visto un aereo". Può accadere qualunque cosa quando la femminilità cesserà di essere un'occupazione protetta, pensavo, aprendo la porta.”
“Profondamente sospirò e si gettò - c'era nei suoi gesti una passione che merita la parola - sul nudo suolo ai piedi della quercia. Godeva nel sentire, sotto l'effimera apparenza dell'estate, la spina dorsale della terra; ché tale era per lui la dura radice della quercia, oppure - l'immagine seguendo l'immagine - era il dorso d'un gran destriero che cavalcava; o la tolda di una nave in preda alle onde; qualsiasi cosa, insomma, purché solida, poiché egli anelava a qualche cosa cui ormeggiare il suo fluttuante cuore; quel cuore che ogni sera in quella stagione, quando s'aggirava per le campagne, pareva ricolmo di aromatiche e languide sensazioni d'amore. Alla quercia egli lo legò.”
“Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?”
“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l'ordine, la pace e la serenità.”
“I GATTICIE vi rivedo, o gattici d'argento,brulli in questa giornata sementina:e pigra ancor la nebbia mattutinasfuma dorata intorno ogni sarmento.Gia vi schiudea le gemme questo ventoche queste foglie gialle ora mulina;e io che al tempo allor gridai, Cammina,ora gocciare il pianto in cuor mi sento.Ora, le nevi inerti sopra i monti,e le squallide pioggie, e le lunghe iredel rovaio che a notte urta le porte,e i brevi dì che paiono tramonti.infiniti, e il vanire e lo sfiorire,e i crisantemi, il fiore della morte.”
“Nessuna passione cova più forte in petto all'uomo, del desiderio di far pensare gli altri a modo proprio. Nulla offusca tanto il cielo della sua felicità, nulla lo riempie tanto di furore, quanto il sapere che un altro tiene a vili cose di cui egli fa gran conto. Whigs e Tories, liberali e laburisti, per che cosa lottano - se non per il loro prestigio? Non l'amore della verità, ma la sete di dominio scaglia fazione contro fazione, e fa desiderare a una parrocchia la rovina di un'altra parrocchia. Ognuno pensa a serbare la pancia per i fichi e ad asservirsi l'avversario, piuttosto che al trionfo della verità e all'esaltazione della virtù.”